Red
3 ottobre 2005
Regione, Provincia e Comuni, prove tecniche di e-governement
Oggi oltre metà sardegna tagliata fuori dalla banda larga. L’assessore regionale agli Affari generali, Massimo Dadea, chiama a raccolta i piccoli Comuni del nord-ovest Sardegna

SASSARI - «La competitività dell’isola dipende anche dall’efficacia della pubblica amministrazione. E se questo è l’obiettivo, l’informatizzazione dei servizi erogati è una necessità. Per tutti». Prove tecniche di e-governement, questa mattina, nella sala Angioy del palazzo della Provincia. L’assessore regionale agli Affari generali, Massimo Dadea, chiama a raccolta i piccoli Comuni del nord-ovest Sardegna. «Dobbiamo lavorare assieme per la creazione della società dell’informazione», annuncia Dadea a sindaci e assessori. Poi snocciola un po’ di numeri: il più preoccupante, secondo lui, è quel 59 percento di sardi tagliati fuori dai servizi informatici. «Portare la banda larga in tutta l’isola, informatizzare anche i piccoli centri – insiste – è il passo necessario per creare una rete tra tutti gli enti pubblici del territorio, mettendoli nelle condizioni di fornire ai cittadini un servizio più efficiente e adeguato alle esigenze di ognuno». Il modello di e-governement che la Regione ha in mente si sviluppa su tre livelli. Nessuna gerarchia, ma un modo elastico e snello per dividere i compiti. Una parte la farà il governo regionale, cui Dadea attribuisce la capacità di gestire l’e-governement attraverso il Centro servizi regionale, che dovrà fornire i servizi di base e le infrastrutture necessarie per la creazione e il funzionamento della nuova macchina informatica. I Centri per i servizi territoriali, invece, saranno due, e per ognuno la Regione è pronta a sganciare più di 13mila euro. Secondo i piani del governo Soru, la Provincia di Sassari dovrebbe entrare a far parte di quello che comprenderà anche Gallura, Oristano e Medio Campidano. Nasceranno, poi, anche i Centri di competenza territoriale. Saranno otto, come le Province.
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