Mariangela Pala
18 novembre 2013
Porto Torres: intervista allo studente Nunzio Borra
Intervista a Nunzio Borra studente “modello” del Liceo Scientifico Europa Unita di Porto Torres

PORTO TORRES - Pensieri e idee, hobbies, passioni e sogni nel cassetto di un giovane studente Nunzio Borra del quinto anno del liceo scientifico dell’Istituto Unico Paglietti di Porto Torres.
Frequenti il quinto anno del liceo scientifico: sei soddisfatto della scelta fatta? Perché?
«Sono soddisfatto perché mi piacevano le materie scientifiche sin dalle medie e quando poi ho frequentato il Liceo, ho avuto la possibilità di conoscere le altre opportunità che la scuola offre, e questo mi ha reso pienamente soddisfatto della mia scelta, una scelta che rifarei.»
Quanto la tua famiglia ha contato per la scelta della scuola?
«La mia famiglia mi ha lasciato la massima libertà di scelta, dicendomi di scegliere quello che volevo e di farlo bene e loro avrebbero così appoggiato la mia scelta. Io che il programma del Liceo già lo conoscevo, sapevo che avrei scelto di frequentare questo istituto, quindi è stata una scelta consapevole.»
La tua scuola in poche righe
«Al liceo conosco più o meno un po’ tutti, ho imparato a conoscerli in questi anni e posso dire che i professori sono delle persone che fanno con passione il loro lavoro, gli studenti fanno quello che possono o vogliono fare. Credo che la mia sia una buona scuola dove si fa molto di più rispetto alla media, e per certi aspetti anche migliore rispetto ad altri istituti presenti a Sassari.Gli istituti Nautico e Professionali, credo che offrano anch’essi delle possibilità agli studenti che vogliono seguire percorsi diversi, ma a volte sono gli studenti che non permettono alla scuola di dare loro il massimo delle opportunità.»
Quali sono secondo te le caratteristiche di un buon studente?
«Le caratteristiche standard che uno studente dovrebbe avere sono: seguire in classe, rispettare l’ordine, essere costanti nello studio. La curiosità è una caratteristica che un buon studente non dovrebbe mai perdere, ma che deve essere stimolata dai professori».
Che cosa ti ha insegnato la scuola?
«Mi ha insegnato ad avere uno spirito critico, ad analizzare, a verificare le giuste situazioni».
Sai già cosa vorrai fare dopo il liceo? Perché?
«Di sicuro l’Università. Ma non ho ancora scelto quale Università. Per molti anni volevo fare il maestro di matematica, e questa idea non è scomparsa del tutto però è mutata nel tempo, con l’esperienza sono emersi altri interessi verso le materie umanistiche, la filosofia etc».
Perché è importante guardare molto presto, dal liceo, al mondo delle professioni?
«Così presto relativamente, perché il futuro è domani. Io spero di diplomarmi il prossimo anno e di andare all’Università, immediatamente dopo la laurea cercare un lavoro e non a un limbo che può durare chissà quanto, quindi ci devo pensare adesso al lavoro e al tipo di lavoro che dovrò fare».
Sai che cosa è il “Gup year”?
«Il “Gup year”è l’anno sabatico concesso allo studente, dopo la maturità per girare il mondo per vivere un'esperienza in full-immersion, con molti mesi a disposizione, con lo scopo di acquisire la completa conoscenza e padronanza della lingua straniera».
In Danimarca il Gup Year è il periodo dopo il diploma in cui lo studente viene immerso nel mondo del lavoro, attraverso tirocini formativi (remunerativi) nei diversi ambiti lavorativi, per avere un idea di quello che poi si vuol fare, un idea che in Italia è inconcepibile.
«Per quanto mi riguarda ho partecipato al Liceo a diversi progetti che mi hanno avvicinato al mondo delle professioni, come la partecipazione al festival della scienza a Genova dove figure professionali del mondo scientifico e ricercatori parlavano del futuro delle professioni, però rimane il fatto che riesco a immaginare ma non ancora a decidere».
I test attitudinali aiutano i ragazzi ad avere un idea di quello che si vuol fare “da grandi”?
«Assolutamente no. A scuola ci hanno insegnato che il test attitudinale è un ostacolo che interpone lo studente all’iscrizione all’Università. Fa vedere alcune conoscenze se si tratta di test a progetto e alcune competenze se si tratta di un test matematico, però non basta a far capire quello che si vuol fare».
In che modo partecipi alla vita sociale di questa città?
«Frequento da sette anni il conservatorio, studio pianoforte, studio canto e faccio parte del Coro Polifonico Turritano, faccio anche atletica, tutte attività che insieme allo studio mi tengono impegnato tutto il giorno».
Il tuo intervento alla Commemorazione del decimo anniversario di Nassirya ha suscitato qualche critica, raccontaci il tuo punto di vista.
«Il mio intervento per quell’occasione, non l’ho fatto in tono polemico, non avevo intenzione di speculare sulla vicenda dei caduti. Io ho il massimo rispetto per quei civili e militari che sono morti per la pace. Non volevo offendere né i caduti né il sistema Italia in fatto di difesa. Ragionavo in prospettiva e mi chiedevo che cosa ci serve concentrare le nostre energie esclusivamente sui caduti, ci vuole la pace non solo tra i cittadini, come sosteneva il sindaco, ma in tutto il mondo. Alcuni militari presenti si sono complimentati con me per il mio intervento. Il Preside mi aveva chiesto di preparare il discorso per quella occasione. Forse ci si aspettava un discorso di circostanza, e ritengo sia giusto ricordare coloro che sono morti per la pace, ma queste cose restano nel segno, è come immaginare di essere il figlio di uno dei caduti di Nassirya, tragedia che farebbe coltivare odio, ma penso che in futuro non bisognerebbe coltivare odio bensì la pace. Non volevo offendere nessuno ma semplicemente esprimere la mia opinione, dopodiché se questa mia opinione è servita ad aprire un dibattito e non a cadere nel vuoto, son contento così».
Sei stato eletto e sei il più votato nella componente studenti del Consiglio d’Istituto del Paglietti. Cosa ti proponi di fare e come vedi l’Istituto Unico?
«Sono uno dei quattro rappresentanti del consiglio d’istituto del Paglietti: Nohaila Benbiga (Nautico), la più votata, io Nunzio, Mirco Campus (professionali) e Rebecca Ginatempo (Liceo Scientifico). L’Istituto Unico offre delle possibilità, questa è un'unica scuola che offre, in una città di ventimila abitanti tre opportunità diverse. Ho in mente di organizzare un concerto dove ogni scuola (Nautico, Professionali, Liceo), può proporre un gruppo musicale diverso per presentare l’istituto unico. Inizialmente non capivo il perché di questa unificazione, poi mi sono documentato sulla normativa e ho capito che si era arrivati all’Istituto unico per obblighi di legge e quindi per ragioni di razionalizzazione, vale a dire ogni scuola deve avere almeno 600 studenti per esistere. Io sono contrario alla normativa perché non tiene conto delle varie specificità che la Sardegna offre. Una scuola della Sardegna ha più difficoltà a raggiungere un numero così elevato di studenti, rispetto ad altre Regioni d’Italia. Io comunque accetto questa unificazione, se la normativa lo prevede, ma ci sono due aspetti che vanno considerati: quello della comunicazione (il liceo ha altri interessi rispetto ad un istituto professionale), e quello positivo per cui l’unione fa la forza, quindi il riferimento ad un'unica scuola così numerosa e unica, rappresenta un vantaggio anche per lo stesso studente».
(nella foto, Nunzio Borra;foto di Pala Eleonora Rita)
|