Lo sostengono gli ex consiglieri comunali di Alghero Gianni Martinelli, Michele Pais e Marco Tedde, in riferimento all´odiata tassa sulla prima casa abolita dal Governo Letta ma ancora in vigore per 14 comuni della Sardegna, tra i quali proprio la città di Alghero
ALGHERO - «Mentre i sassaresi non pagheranno la mini-Imu perché il Comune di Sassari non aveva aumentato le aliquote dello 0,40 previste per la prima casa, gli algheresi saranno loro malgrado costretti a mettere mani al portafoglio. Questo è l’ulteriore frutto avvelenato regalato dalla sinistra algherese al nostro sistema economico e alle famiglie. Le aliquote base previste dalla legge, modificabili dal Consiglio Comunale, fortemente inique perché l'Imu non è parametrata alla capacità contributiva e al reddito del cittadino ma soltanto al valore dell'immobile, sono state ulteriormente appesantite».
Lo sostengono gli ex consiglieri comunali di Alghero Gianni Martinelli, Michele Pais e Marco Tedde, in riferimento all'odiata tassa sulla prima casa abolita dal Governo Letta ma ancora in vigore per 14 comuni della Sardegna, tra i quali proprio la città di
Alghero. In sintesi la normativa nazionale prevede per l'abitazione principale l'aliquota dello 0,40, riducibile dal Consiglio Comunale allo 0,20 o incrementabile fino a 0,60, e per gli immobili adibiti ad attività produttive (cat. catastali c/1, c/3 e d) quella dello 0,76, riducibile a 0,46 e incrementabile dal Consiglio Comunale fino all' 1,06.
«Lo scorso anno - ricordano i tre politici algheresi - in campagna elettorale la sinistra cittadina si era solennemente impegnata a ridurre allo 0,20 l'aliquota per l'abitazione principale e allo 0,56 quella per le attività produttive deliberate dal Commissario a maggio del 2012. Invece, sorprendentemente, ha confermato per entrambe gli aumenti rispettivamente allo 0,45 e allo 0,98 facendoli propri». «Mentre il centrodestra, conscio della necessità dell’Amministrazione di risorse per garantire i servizi ai cittadini, aveva chiesto una modulazione per le aliquote prima casa che tenesse conto del pregio degli immobili e una diversa attenzione per i locali degli artigiani e dei commercianti. Insomma - concludono Tedde, Pais e Martinelli - un diverso impegno che avrebbe consentito di incidere sulle fasce più abbienti e fare acquisire all’Imu un minimo di progressività».