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S.A.
17 maggio 2015
Migranti e stella Michelin: il progetto sardo
Un laboratorio di cucina dallo chef stellato Roberto Petza che vedrà i partecipanti di dodici diversi gruppi etnici proporre e realizzare una ricetta tipica del proprio paese di provenienza rielaborata in chiave sarda

CAGLIARI - Un’occasione importante per far sentire, attraverso la cultura del cibo, i richiedenti asilo più vicini alla terra che li ospita e meno lontani da quella terra, la loro, dalla quale sono dovuti fuggire. E’ quanto si propone il progetto “Il pranzo di Babele – dall’Africa e dall’Oriente per l’Europa incontrando la Sardegna”, presentato nei giorni scorsi all’ex Convento dei Cappuccini di Quartu, portato avanti dallo Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) San Fulgenzio di Quartu Sant’Elena, in collaborazione con la Caritas San Saturnino Fondazione Onlus, la Caritas Diocesana di Cagliari, la cooperativa sociale il Sicomoro Onlus e il ristorante S’Apposentu dello chef stellato Roberto Petza, attraverso un laboratorio di cucina che vedrà i partecipanti di dodici diversi gruppi etnici proporre e realizzare una ricetta tipica del proprio paese di provenienza rielaborata in chiave sarda.
Le attività formative, che si terranno a Siddi nei locali dell'Accademia Casa Puddu, saranno seguite da Alessandro Congiu che realizzerà un DVD da proporre il prossimo 24 settembre all'Expo di Milano, presumibilmente in occasione della presentazione del secondo Rapporto Caritas sulla Protezione Internazionale. Il cibo, dunque, visto anche come mezzo di scambio culturale, come sottolinea lo chef Roberto Petza: «Possiamo dire che rappresenti la prima forma di contatto tra gruppi sociali e individui, perchè presuppone fiducia nell’altro, in colui che ci prepara e ci offre un alimento sconosciuto. Ho condiviso questo progetto con grande entusiasmo perché rispecchia in pieno il motto che anima i nostri corsi di formazione e cioè quello di essere ambasciatori del gusto. Da maggio a luglio rivisiteremo con i prodotti tipici della nostra cucina sarda le ricette proposte da ragazzi del Mali, del Bangladesh, del Pakistan, del Ghana, del Gambia, della Costa d’Avorio, Nigeria, dell’Eritrea, del Marocco, del Ciad, della Somalia e della Guinea, per dar vita a una serie di contaminazioni tra diverse culture culinarie che poi verranno rappresentate all’Expo».
Il progetto, che si sviluppa attorno all’idea del cibo come prima forma di interazione tra le culture sarà presentato a Milano al padiglione Caritas. «L’idea è quella di mostrare il video in occasione del rapporto sui migranti – dice monsignor Marco Lai, direttore della Caritas Diocesana di Cagliari – per dare un segnale forte che riprenda le parole del Papa su accoglienza e nutrimento del corpo e dell’anima di questi nostri fratelli che hanno dovuto lasciare la propria terra. Siamo parte attiva in questo progetto per proseguire nella missione che ci vede impegnati nel trovare il giusto connubio tra immigrazione e integrazione. Il cibo rappresenta una di queste strade per i suoi aspetti sociali e relazionali, propri del preparare, offrire, condividere e consumare insieme».
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