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Red 19 dicembre 2015
«Ritardi e silenzi nelle nomine Agris»
Lo scrive il sindacato dei dirigenti e direttivi Regione Sardegna in una nota inviata al presidente Francesco Pigliaru e agli assessori Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro
«Ritardi e silenzi nelle nomine Agris»

CAGLIARI - «Disinteresse e disimpegno» da parte della Giunta regionale: solo queste motivazioni possono spiegare i silenzi e i ritardi nella nomina del nuovo direttore generale dell’Agenzia Agris. Lo scrive il sindacato dei dirigenti e direttivi Regione Sardegna in una nota inviata al presidente Francesco Pigliaru e agli assessori Elisabetta Falchi e Gianmario Demuro. Due mesi fa, il 16 ottobre, il sindacato aveva segnalato alcune anomalie nella procedura di selezione dei candidati alla carica di DG per Agris, chiedendo che la procedura fosse annullata "in termini di autotutela". Dopo 60 giorni tutto tace: nessuna risposta dall’Assessorato dell’agricoltura, nessuna nomina e neppure una notizia sulla commissione incaricata di esaminare l’idoneità dei candidati.

«Rimarchiamo con preoccupazione come tale situazione faccia pensare a un disinteresse e un disimpegno della Giunta regionale nei confronti di un’agenzia che dovrebbe essere trainante per i processi di innovazione non rimandabili» per lo sviluppo del sistema agricolo regionale, si legge nel documento firmato dal segretario generale del sindacato, Cristina Malavasi. Ricordando il «percorso anomalo e travagliato» di Agris (ben sette cambi di vertice in 8 anni e un lungo e disastroso periodo di commissariamento, terminato solo per una sentenza del Tar, dopo il ricorso di un dirigente contro l’illegittimità del commissariamento), lo Sdirs fa notare che dal 2009 l’Agenzia è costretta a funzionare senza un organo essenziale come il Comitato tecnico-scientifico.

Dopo «una profonda quanto affrettata revisione della sua struttura, per effetto della legge regionale n. 24/2014», Agris ora opera in «una situazione estremamente confusa, con uno statuto revisionato in tutta fretta e arenato negli uffici dell’Assessorato - dove giace da oltre 10 mesi – mentre è tuttora in piedi il vecchio statuto», in cui sono previste posizioni e procedure spazzate via dalle legge 24. Per il momento, e non si sa fino a quando, Agris è guidata da «un dirigente facente funzioni di direttore generale, subentrato per anzianità, che mentre assegna a se stesso l’interim di un servizio lascia senza incarico un dirigente dell’agenzia».

A giudizio del sindacato, «non può essere sufficiente a giustificare questo stato di caos il continuo richiamo dell’assessore all’esigenza di una riforma degli enti agricoli. Tale esigenza non può legittimare provvedimenti non in linea con la normativa vigente. Purtroppo di questa riforma non c’è traccia, salvo le numerose esternazioni sulla stampa, mentre è del tutto evidente che per Agris si sono costruiti percorsi e situazioni differenti da Argea e Laore». Con tutt’altra efficienza infatti era stata gestita la nomina dei direttori generali della altre due agenzie, all’inizio di agosto: «poco più di un mese dall’apertura delle manifestazioni di interesse al decreto di nomina". Scrive ancora lo SDIRS: "Riteniamo che il grave ritardo nella nomina del direttore generale di Agris sia la dimostrazione che i dubbi sulla procedura in atto espressi nella nostra precedente nota siano pienamente fondati, tanto da impedire qualsiasi decisione».

Il ritardo «rischia di diventare colpevole», secondo il sindacato, quando «si perde tempo prezioso senza prendere alcuna decisione. Anzi, si legittima il proprio operato con le argomentazioni contenute nella recente risposta all’interrogazione n. 554/A, in cui si afferma esistere grande differenza tra la figura di Direttore Generale prevista dalla L.R. n. 31/1998 e quella prevista dalla L.R. n. 13/2006, istitutiva dell’agenzia. Nel ricordare che la differenza in questione non è stata evidenziata per Argea e Laore, e che non è riconosciuta nel vigente contratto della dirigenza, riteniamo tale interpretazione motivo di forte preoccupazione».



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