A.B.
11 luglio 2016
Amp e difesa coste: così si vince sfida della blue economy
«La Regione si impegni a fare da leadership per una rete di Amp del Mediterraneo, non solo per difendere lo straordinario patrimonio paesaggistico di questa terra ma per rilanciare l’idea di un turismo di qualità e di un’economia basata su natura e ambiente», dichiarano i vertici di Legambiente

VILLASIMIUS - «La Regione Sardegna si faccia promotrice di un tavolo nazionale per rivedere il modello gestionale delle Aree marine protette, per creare quella necessaria rete istituzionale delle Amp del Mediterraneo che permetta di sviluppare le enormi potenzialità che queste aree protette offrono al Paese e alla sua economica». È l’appello che arriva da Goletta Verde, la storica imbarcazione di Legambiente, che in questi giorni sta facendo tappa a Villasimius, nell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Del ruolo delle Amp nella strategia regionale per la tutela del sistema marino e costiero, si è discusso questa mattina (lunedì), a bordo dell’imbarcazione ambientalista nel corso di un incontro a cui hanno preso parte Marta Battaglia (direttrice Legambiente Sardegna), Antonio Nicoletti (responsabile Aree protette Legambiente), Tore Sanna (vicepresidente Federparchi), Fabrizio Atzori (direttore Amp Capo Carbonara), Giorgio Massaro (direttore Amp Penisola del Sinis Mal di Ventre), Gianluca Dessì (sindaco di Villasimius) e Paolo Scarpellini (del comitato scientifico Legambiente Sardegna).
«Nel nostro Paese le aree protette, sia quelle marine che terrestri, hanno saputo legare in maniera feconda la conservazione della natura allo sviluppo sostenibile locale, promuovendo concretamente la green economy e coinvolgendo molte realtà territoriali – dichiara Nicoletti - Nel prossimo futuro, però, occorre un decisivo cambio di passo per valorizzare il contributo che le aree protette possono offrire. Nonostante i problemi strutturali che pur sono emersi in questi anni, questi luoghi restano i laboratori avanzati della green economy e dello sviluppo sostenibile nel nostro Paese. La Regione Sardegna – conclude - è già in prima linea su questo fronte ma ora deve assumere la guida di questo processo di cambiamento, promuovendo innanzitutto un tavolo nazionale per la creazione di una vera rete di aree marine protette del Mediterraneo, in modo da liberare le energie da inutili e spesso dannosi intoppi burocratici, dando alle Amp un respiro davvero nazionale ed europeo». «L’arrivo della Goletta Verde in Sardegna – aggiunge Battaglia - è coinciso con il ritorno dell’affascinante fenomeno della nidificazione di una tartaruga Caretta caretta sulla spiaggia di Villasimius. Un evento di grande valore scientifico e conservazionistico che deve farci riflettere ancora di più sull’importanza di salvaguardare le nostre immense risorse naturali, promuovendo un turismo e un’economia legata al mare che sia sempre più attenta alla tutela della biodiversità e al rispetto dei luoghi. La Sardegna deve proseguire nel percorso che ha portato a essere una delle regioni più incontaminate di Italia e deve sempre più essere pronta ad accogliere un flusso turistico di qualità, avviando un sistema economico basato sulla blue economy, a partire da difesa del paesaggio e messa in rete delle aree protette. Per fare questo però la Regione deve finalmente assumere un ruolo di leadership a livello nazionale nella creazione di un fondamentale coordinamento delle aree protette esistenti».
Ad oggi, in Sardegna, sono già attive cinque Aree Marine Protette (due ulteriori sono in corso d’istituzione) che d’intesa con Regione, amministratori locali, con il fondamentale contributo delle associazioni ambientaliste e del mondo della ricerca, devono sempre più sapere coinvolgere e valorizzare le forze produttive, economiche e sociali e tutti quei soggetti che vivono in questi territori, spesso marginali, e ne sono i custodi rappresentando i nodi della rete di conservazione e di socialità fondamentali per mantenere integri questi luoghi fragili ma straordinari. «Rivendichiamo un ruolo strategico della Regione sul mare e sulle attività e i temi ad esso collegato, perché è inaccettabile che a tutt’oggi manchi ancora una strategia unitaria – chiosa Sanna - Le cinque Aree Marine Protette della Sardegna e i due parchi nazionali sono a disposizione della Regione per realizzare queste azioni di sistema e definire, insieme al Ministero dell’Ambiente, le strategie sul mare, mettendo a disposizione il patrimonio di conoscenze e professionalità accumulati in questi ultimi quindici anni».
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