A.B.
30 ottobre 2016
Vesuvius, Cicu convoca l´Ue
L´europarlamentare chiede convocazione bilaterale con la Commissione Europea. Entro metà novembre, tavolo tecnico per chiarire gli interventi dell´Unione Europea a tutela dei lavoratori. Sostegno di tutto il Gruppo Ppe Italia. «Non possiamo permettere che le multinazionali desertifichino i nostri territori impoverendo comunità e famiglie. Porte aperte a tutte le soluzioni», dichiara Cicu

ASSEMINI - Una lettera di convocazione alla Commissione Europea per chiarire già entro metà novembre gli interventi dell'Unione Europea nella vertenza Vesuvius ed i possibili interventi da applicare per salvaguardare il lavoro degli oltre 191 dipendenti degli stabilimenti di Assemini-Macchiareddu ed Avezzano. Dopo l’incontro con i lavoratori avvenuto la scorsa settimana a Macchiareddu, l’eurodeputato del Ppe Salvatore Cicu prosegue nella battaglia politica per negoziare rapidamente una soluzione di uscita per il caso Vesuvius. A sostegno del lavoro di Cicu, la delegazione del Ppe Italia, composta dagli eurodeputati Lara Comi, Aldo Patriciello, Antonio Tajani, Elisabetta Gardini, Alessandra Mussolini, Remo Sernagiotto, Raffaele Fitto, Barbara Matera, Salvo Pogliese, Massimiliano Salini e Stefano Maullu.
Nello specifico, l’europarlamentare ha chiesto formalmente un incontro bilaterale con i commissari Jyrki Katainen (Occupazione, crescita, investimenti e competitività), Elżbieta Bieńkowska (Mercato interno, industria, imprenditoria e Pmi) e Marianne Thyssen (Occupazione, affari sociali, competenze e mobilità dei lavoratori): un faccia a faccia che potrebbe avvenire già entro la prima metà di novembre, per discutere, ha chiesto Cicu, «quali siano le procedure da poter avviare per evitare la chiusura degli impianti sardi ed abruzzesi, ma soprattutto, in che modo, la Commissione voglia attuare le necessarie iniziative di salvaguardia in linea con l'obiettivo di reindustrializzazione europea, ovvero - ha aggiunto l’esponente del Ppe – come gli interventi possano accrescere l'impatto dell'industria sul calcolo del Pil dell'Ue fino al 20percento entro il 2020».
Non solo. Cicu ha chiesto l’applicazione delle procedure già in atto per evitare la chiusura di altri siti produttivi in Europa, come, su tutti, il caso dello stabilimento della multinazionale Tenneco a Gijón, «un modello importante che auspichiamo possa essere da riferimento per la risoluzione della vertenza Vesuvius. Lasciamo le porte aperte a tutti gli interventi possibili - ha chiarito l'europarlamentare - abbiamo il dovere di intervenire con politiche di protezione del lavoro, e salvaguardia delle economie locali, i licenziamenti in atto vanno a colpire lavoratori compresi in un arco anagrafico fra i venti e i sessant'anni, molti dei quali con una lunga anzianità di servizio ed alti livelli di qualifica, alcuni prossimi al pensionamento, ma senza la possibilità di fruire dei cosiddetti “scivoli” di agevolazione e con oggettive difficoltà di ricollocazione sul mercato del lavoro; altri, invece, monoreddito, con mutui e figli a carico – si prospetta, tanto sul piano sociale, quanto sul piano produttivo, una preoccupante caduta occupazionale per questi territori già colpiti da feroci desertificazioni economiche».
Nella foto: l'europarlamentare Salvatore Cicu
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