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Alguer.itnotizienuoroOpinioniPoliticaIl premier dimentica l´altra isola
Attilio Dedoni 16 novembre 2016
L'opinione di Attilio Dedoni
Il premier dimentica l´altra isola
<i>Il premier dimentica l´altra isola</i>

L’imminente visita in Sardegna del premier Renzi rappresenta, per i piccoli Comuni dell’interno, l’ennesima presa in giro ordita da uno Stato e da una Regione che pensano solo agli interessi della politica e non a quelli delle comunità. Ancora una volta, l’attenzione del Governo è rivolta alle grandi aree urbane, mentre per le zone periferiche minacciate dallo spopolamento e dalla desertificazione, che rappresentano la parte più ampia dell’Isola, ci sono solo chiacchiere.

Dopo Sassari, dove è stato firmato il Patto per la Sardegna, ora tocca a Cagliari ricevere il Presidente del Consiglio che, in piena campagna referendaria, pensa bene di accaparrarsi tutto il clamore mediatico assicurato dalla visita nel capoluogo anziché andare di persona a confrontarsi con i sindaci e i cittadini dell’interno, per toccare con mano come si vive, quanto sono assenti lo Stato e la Regione, e di cosa c’è veramente bisogno per rilanciare lo sviluppo di tutta l’Isola, non soltanto delle zone più fortunate dove continuano a concentrarsi l’impegno delle Istituzioni e soprattutto gli stanziamenti di risorse pubbliche.

E’ a dir poco offensivo vedere come, davanti ai primi cittadini che protestano contro le assurde norme finanziarie introdotte da Governo e Giunta regionale, invece di studiare delle soluzioni si pensa a svilire le Istituzioni al punto da renderle un banale strumento di propaganda. La visita di Renzi si preannuncia l’ennesimo buco nell’acqua, un’altra occasione persa per la Sardegna, quella vera, la quale anche questa volta si dovrà accontentare di vaghe promesse che davanti ai risultati delle urne saranno già dimenticate.

Questo vale anche e soprattutto per il ‘Master Plan’ per le zone interne tante volte annunciato dal presidente Pigliaru. Il Presidente della Regione ha pensato bene di inventarsi la sua promessa per portare la campagna referendaria capillarmente nei piccoli centri, ma di concreto non c’è un bel niente: non un disegno di legge, neanche uno straccio di delibera, mentre le proposte presentate in Consiglio dai gruppi politici, tra cui il nostro, vengono tenute bloccate in attesa di quella dell’esecutivo, che non arriverà mai. Il risultato sarà che questa legislatura finirà per risolversi nei soliti cinque anni sprecati.

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