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Red 16 settembre 2017
Assistenza religiosa a pagamento: M5s non ci sta
«I sassaresi ogni anno pagano 6mila euro per l´assistenza religiosa agli ospiti di Casa Serena: ma il sostegno religioso può avere un prezzo?». Dura presa di posizione della portavoce nel Consiglio comunale di Sassari Desirè Manca, sulla convenzione stipulata (e rinnovata) fra Comune e Curia vescovile, che prevede il pagamento annuo di 6mila euro per l´assistenza religiosa agli ospiti di Casa Serena
Assistenza religiosa a pagamento: M5s non ci sta

SASSARI - «La chiara premessa è l'inesistenza di un pregiudizio alla base di questo ragionamento, ragionamento qui di salvo da qualunque tipo di strumentalizzazione - spiega la portavoce in Consiglio comunale del Movimento cinque stelle Desirè Manca - Ciò detto, il fatto é che i cittadini sassaresi ogni anno pagano 6mila euro per l'assistenza religiosa offerta agli ospiti di Casa Serena. Massimo e doveroso rispetto per gli anziani e per la religione, ma perché pagare per avere l'assistenza, il sostegno della religione? Credo sia una domanda legittima».

Esiste una convenzione stipulata nel 2007 fra il Comune di Sassari e la Curia arcivescovile, convenzione che il 28 agosto 2017 è stata rinnovata con determina dirigenziale, prassi che si ripete negli anni e che poggia (come da testo) anche sul «benessere che l'assistenza religiosa arreca agli ospiti di Casa Serena». «Importante e giusto che gli anziani riescano a trarre giovamento dal sostegno che può offrire la religione, ma riflettendo proprio sullo spirito religioso: perché pagare per averlo? Credo sia domanda legittima. Il punto è: la religione ha un prezzo? E in cosa consiste un'assistenza religiosa che sia riferibile ad un prezzo determinato e specifico? Non si capisce il perché si debba pagare per questo. Perché debbano farlo i cittadini di Sassari, fra cui includo certamente anche gli ospiti di Casa Serena. Vero è che di questi tempi le leggi di mercato, quelle legate alla domanda e all'offerta si applicano e affermano in tutti i campi e settori, ma...».

Ne il Comune, ne la città, ne i singoli cittadini dovrebbero pagare per un conforto religioso cui viene dato un prezzo. «E' come se, nello specifico il Comune di Sassari avesse sottoscritto una sorta di abbonamento: c'è un servizio, c'è qualcuno che vende e qualcuno che acquista - chiude Manca - Quel che accade, senza stravolgere la realtà delle cose ne mancare di rispetto al credo e al credente, è che a Palazzo Ducale si acquistano con soldi pubblici dei servizi che dovrebbero essere gratuiti, si acquistano per un anno, alla stregua di una fornitura di patate. E' proprio vero, non c'è più religione».

Nella foto: il portavoce M5S Desirè Manca
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