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Antonio Costantino 24 ottobre 2007
Stl: L’analisi di Costantino
L’ex assessore comunale al Turismo interviene sulla querelle che sta interessando da diverso tempo il “Sistema Turistico Locale”
Stl: L’analisi di Costantino

Oramai il tema Stl sta diventando un tormentone con inutili polemiche e con risorse che ristagnano in Regione a discapito di una attività di marketing e di promozione che, se proprio non sarà determinante per lo sviluppo turistico del territorio, sarà almeno utile per iniziare ad avviare un confronto fra il pubblico e il privato al fine di individuare la strada giusta per realizzare un “vero” Progetto di Sviluppo Turistico. Che l’Stl avesse un percorso difficile lo si è percepito sin dall’inizio. Soprattutto chi si è alternato all’Assessorato al Turismo della nostra città e che ha vissuto le diverse fasi, dal coordinamento della Camera di Commercio a quello della Provincia, ha capito quanto fosse difficoltoso mettere insieme tante “anime” e renderle operative. Ciò nonostante il Comune di Alghero ha svolto un ruolo fondamentale per l’apporto dato e per le professionalità messe in campo. Mi riferisco in particolare al contributo della dottoressa Cleofe Guardagli, consulente dell’Amministrazione, che insieme alla società “Demos” hanno costruito un progetto classificatosi poi al primo posto fra tutti quelli presentati ottenendo così il maggior contributo economico. Questo evidentemente non è bastato! Non è bastato anche perché il consiglio più importante, a mio avviso, venuto dalla stessa Guardagli, è stato inascoltato. Il suggerimento era quello di costituire immediatamente la società consortile, ancor prima di presentare il progetto, con i soci “fondatori” che erano allora i comuni costieri e la Camera di Commercio. Nella fase successiva si sarebbe aperto agli altri enti pubblici e privati. In tal modo il funzionamento sarebbe stato immediato. Ma ciò non è stato tenuto nella giusta considerazione, nonostante da più parti venisse sollecitato. Prima la politica…! Ubi maior…! Si è scelta quindi la strada dell’assemblearismo a tutti i costi. Tutti dentro dal primo all’ultimo comune della Provincia. Quasi a dire che le risorse destinate avranno la garanzia di destinazione nel territorio solo con la pletorica partecipazione, oppure che solo così si potrà costruire un progetto di sviluppo turistico. La realtà è un’altra. Esiste un progetto, ben preciso e abbastanza dettagliato, che è stato finanziato e studiato a beneficio di tutto il territorio (cosa molto importante!). Solo a questo vanno date “gambe”. Vanno date gambe attraverso la presenza di “professionisti” che sappiano dare attuazione al piano. Certo è necessario un controllo perché le risorse vengano spese conformemente agli indirizzi del progetto, ma niente di più. Non ci sono strategie da elaborare ma solo individuare aziende perché svolgano una certa parte od un’altra del progetto e così via. Sicuramente questa è una semplificazione, ma tant’è. Ma fa anche “il paio” con chi è già convinto che quel tale lavoro o quel tal altro sarà affidato alla sua azienda grazie alla vicinanza politica con tizio o con caio. Potrebbe allora essere questo il motivo del contendere? Naturalmente è solo una supposizione infondata e del tutto restrittiva. Ma perché tanto affanno per occupare delle poltrone dove non si dovrà percepire una sola lira e dove è accolta solamente la conoscenza specifica dei diversi settori (turismo, marketing, comunicazione etc)? E’ solo forse per il forte senso del dovere ? O si spera forse che una volta insediato il Consiglio di Amministrazione questo possa con qualche alchimia decidere di attribuirsi dei compensi? Io non credo a tutto questo, credo invece che ancora, purtroppo, soffriamo di un vecchio retaggio di ”fare politica”. Un modo vecchio e inadeguato che deve essere assolutamente cambiato se vogliamo crescere culturalmente ed economicamente. Noi siamo fortemente impegnati in questo necessario quanto indispensabile processo di cambiamento.



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