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red
26 marzo 2004
Gli antichi Canti Algheresi della Passione
“Meditazioni in musica” Venerdì Santo alla Chiesa del Carmelo. La prima volta 20 anni fa col gruppo “Està Esclarint”

Venerdì Santo, presso la Chiesa del Carmelo, dalle ore 20,30 e fino al passaggio della Processione del discendimento, anche quest’anno si terrà la performance musicale “Meditazioni in musica”, durante la quale saranno eseguiti gli antichi canti della Passione in algherese. Furono eseguiti per la prima volta nel 1984 dal gruppo musicale “Està Esclarint”, formato da giovani che, per l’occasione, si ritroveranno dopo 20 anni ad accompagnare i ragazzi dei “Panta Rei”, che dal 1995 hanno ereditato la tradizione e la portano avanti con impegno. Durante la rassegna dei Canti di Passione sarà ricordato Mario Panai, uno dei pionieri della manifestazione, scomparso prematuramente un anno fa: Antonello Colledanchise e Franco Cano accompagnati da Pietro Ledda gli renderanno tributo con l’esecuzione di un brano a lui dedicato. Alcuni canti hanno per tema la passione di Cristo. Ricordiamo, ad es.
«Pare nostro major major», che racconta il sogno di Maria ed ha come oggetto i sermoni quaresimali così come erano in uso nel sec. XVI°, con l’elencazione delle sofferenze di Cristo in croce, secondo l’ottica di chi guarda da sotto la croce, in ordine ascendente, cioè dai piedi sino alla testa.
«Lo plor de la Mare», il pianto della Madonna ai piedi del crocifisso, parla del dolore della madonna sotto la croce del figlio, ma anche dell’identico dolore delle madri dei due ladroni in croce. Il testo vinse il primo premio di poesia "Rafael Sari" 1990.
«Jesus a l’olivar» che narra della passione di Cristo, del tradimento, del suo arresto e della sua morte,
«La passió», un canto di Xiù Terrat (Salvatore Corbia, 1827-1909) sulla passione di Cristo, la versione che viene eseguita durante la settimana santa è una riduzione e la musica, che originariamente aveva toni sardi, è un adattamento. Il canto originale è stato trascritto da Giovanni Palomba, quando l’autore era ancora in vita e porta il titolo di “Lu Sancristus”.
«Lauda de la Passió» che tratta la passione di Cristo, attraverso il dialogo tra Gesù e la madre, con alcuni interventi del popolo, quasi sullo stile del “Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi.
«Maria a la botiga del mestra de llenya», costituisce un canto a sé: si canta da un paio di anni ed è la traduzione dall’originale di Fabrizio De Andrè «Maria alla bottega del falegname» (tratta da «La Buona Novella»), in cui Maria parla col falegname che costruisce la croce per Cristo.
«Jesucrist» la vita di Cristo un po´ come dio, un po´ come uomo: la sua rivoluzione e il suo messaggio di liberazione erano basati sull’amore.
«La nau» è invece una metafora della Passione di Cristo attraverso il Calvario di un popolo che “sceglie il mare per scegliere una terra”
«Les dotze paraules» appartiene a riti di tipo esorcistico-religioso, con funzione apotropaica: pare che i marinai algheresi la recitassero per far cessare le burrasche. Presenta delle lezioni anche in altre lingue del Mediterraneo: tra l’altro, esistono delle versioni in latino ed in sardo.
Vengono eseguite anche alcune antiche preghiere algheresi, risalenti ai secoli XIV-XVI:
"A llit me colguí" e "A llit meu" sono due varianti evidenti di un unico tema, e insieme a "Camisa que me vist" e "Jo me colc en sepultura" facevano parte di un nucleo di preghiere che si recitavano la notte, prima di andare a letto.
"Desperta-te, ánima mia" è invece una preghiera che veniva recitata in occasione della comunione.
“Ave Maria” è una versione del 1974 tradotta dal latino in algherese.
Anticamente i canti venivano eseguiti accompagnati da un flauto e da un tamburo, oggi vengono usati anche mandolino, basso, chitarre, arpa, mandola, flauto traverso, violino e percussioni.
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