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S.A. 19 aprile 2023
Il Mos presenta il documentario Baci Rubati
La proiezione apre il percorso verso il 25 aprile organizzato da numerose associazioni e gruppi del territorio riuniti nella sigla “Comitato 25 aprile”. Durante la serata sarà presente la regista Gabriella Romano
Il Mos presenta il documentario Baci Rubati

SASSARI - Il MOS Movimento Omosessuale Sardo, il C.C.S Borderline e l’ANPI Sassari, il 20 aprile presentano a Sassari il documentario “Baci rubati. Amori omosessuali nell’Italia fascista” (Istituto Luce-Cinecittà, Ita, 2020) di Gabriella Romano e Fabrizio Laurenti, che sarà proiettato alle 19.30 negli spazi del C.C.S. Borderline in Via Rockfeller 16. La proiezione apre il percorso verso il 25 aprile organizzato da numerose associazioni e gruppi del territorio riuniti nella sigla “Comitato 25 aprile”. Durante la serata sarà presente la regista Gabriella Romano, che presenterà anche il documentario “Essere Lucy” (2011), dedicato alla vita di Lucy Salani, unica persona transgender sopravvissuta ai lager nazisti, scomparsa a 99 lo scorso 23 marzo.

Negli ultimi anni si è cominciato a riconoscere che nel periodo nazifascista i gay, e a volte anche le lesbiche, venivano perseguitati, aggrediti, picchiati e a volte inviati al confino o ai lager nazisti. La legislazione italiana però non puniva gli atti omosessuali, per quanto socialmente e moralmente censurati, per cui gli invii ai lager nazisti non furono molti. Neppure il confino vide grandi numeri e spesso si trattava di vendette o ritorsioni politiche. Gay e lesbiche italiani preferivano rimanere nascosti o all'interno di circuiti molto segreti. Atteggiamento che avevano già prima della guerra e che continuarono ad avere anche dopo, fino ai primi sintomi di quella che fu una vera e propria rivolta arcobaleno a partire dal 1972. Ma come era la vita reale durante il ventennio?

Il film offre un mosaico sfaccettato e complesso che mette in evidenza la persecuzione che i gay e le lesbiche italiani hanno subito, ma allo stesso tempo smonta gli stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze, gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini. Sull'argomento si sa ancora oggi molto poco poiché il silenzio che ha circondato l'omosessualità si è protratto ben oltre il Ventennio. Pur sottolineando la persecuzione e le numerose restrizioni e sanzioni imposte dal regime agli omosessuali, l'intento è quello di riportare in luce per la prima volta alcune storie di chi, nonostante tutto, ha "resistito" ed è riuscito a vivere seguendo le proprie scelte. L'evento si inserisce nel progetto “Intersezioni culturali” finanziato dalla Fondazione di Sardegna.



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