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«Un varco nella nostra coscienza collettiva»
Enrico Daga, assessore alla programmazione della giunta Cacciotto: Un luogo silenzioso, millenario, che torna a parlare. Non solo ai visitatori, ma a noi stessi. La riflessione che ci impone è la seguente: sappiamo davvero chi siamo, dove vogliamo andare, come vogliamo essere raccontati

ALGHERO - «La Grotta Verde da oggi è aperta. Non è solo un varco fisico nella roccia, ma un varco nella nostra coscienza collettiva. Un luogo silenzioso, millenario, che torna a parlare. Non solo ai visitatori, ma a noi stessi. La riflessione che ci impone è la seguente: sappiamo davvero chi siamo, dove vogliamo andare, come vogliamo essere raccontati? La sua riapertura, frutto di un lavoro che ha attraversato anni e amministrazioni diverse, è la dimostrazione che in fondo c'è una politica capace di garantire una continuità. Una politica che non vive solo nel "qui e ora" ma nella cura, nella continuità, nella visione».
«Alghero possiede un patrimonio straordinario: naturale, storico, paesaggistico, identitario. Ma ogni patrimonio può esistere per essere celebrato, o farsi futuro. Sta a noi decidere. Dobbiamo saperci pensare in una città che, pur restando profondamente sé stessa, sia in grado di attrarre nuovi sguardi, parlare nuovi linguaggi, ospitare sempre più nuovi viaggiatori neri periodi "calmi".
Non più solo spiaggia e bel tempo, ma cultura, ascolto, scoperta. Famiglie, sport, natura, vino, architettura, biodiversità. In una parola: qualità».
«Ma non si cresce nel disordine. Ecco perché oggi più che mai urge mettere un punto chiaro: completare la pianificazione urbanistica, disciplinare i litorali, ripensare il traffico e la mobilità.
Senza questi strumenti, le migliori intenzioni restano retorica. In questa narrazione nuova e coerente, la Grotta Verde non è un capitolo isolato. È l’incipit. È il segno ulteriore che ci racconta che Alghero può e deve dialogare da pari con il mondo. Il mio impegno non mancherà» chiude Enrico Daga.
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