Antonio Burruni
18 agosto 2008
Olimpiadi, Day 9: L’Italia ci prende gusto
Arrivano altre due medaglie azzurre. Argento per il quattro di coppia di canottaggio, mentre la sciabola maschile a squadre centra il bronzo

PECHINO – Sei-sei-sei. No, non è la pronuncia italianizzata di un vecchio brano di Paul Mc Cartney e neanche il numero del diavolo, ma soltanto il numro di medaglie d’oro, d’argento e di bronzo conquistate finora dall’Italia. Niente di satanico, anzi, nella comitiva azzurra che partecipa alla ventinovesima Olimpiade dell’Era Moderna. C’è invece qualcosa di paradisiaco nella partecipazione dell’Italia ai Giochi Olimpici, visto che si sta tenendo la media di due medaglie per giorno di gara. Certo, lontanissimi dalla Cina, che sta facendo en-plein in ogni dove (alle volte anche non meritatissimi), ma gli azzurri stanno facendo la loro figura.
E’ arrivata la prima medaglia dal settore canottaggio, grazie al quattro di coppia. A salire sul secondo gradino del podio, quello che vale la medaglia d’argento, ci hanno pensato il ventitreenne Simone Venier, il ventiquattrenne Luca Agamennoni, il trentunenne Simone Raineri ed il trentaseienne Rossano Galtarossa. Proprio quest’ultimo ha una storia tutta da raccontare. Dopo aver centrato le medaglie di bronzo olimpiche a Barcellona’92 ed Arene 2004, intervallate dall’oro di Sydney 2000, Galtarossa aveva annunciato il suo ritiro, dedicandosi all’attività di motivatore aziendale. Ma il movimento canottistico (ed alcuni sponsors) hanno iniziato a fare un pressing che ha convinto l’atleta a tornare sui suoi passi. Una scelta che di certo si è rivelata vincente. Gli azzurri hanno chiuso in cinque minuti quarantatre secondi e cinquantasette centesimi, a due secondi e ventiquattro centesimi dall’armo polacco. La medaglia d’oro è andata infatti a Michal Jelinski, Marek kolbowicz, Adam Korol e Konrad Wasielewski. Terzi classificati i francesi, con Julien Bahain, Cedric Berrest, Jonathan Coeffic e Pierre-Jean Peltier ad appena trentotto centesimi dagli azzurri. Ai piedi del podio, per cinquantatre centesimi, l’armo australiano.
Un’altra medaglia è arrivata invece dal settore scherma. L’ha portata la squadra maschile di sciabola, vice campionessa olimpica ad Atene quattro anni fa. Diego Occhiuzzi, Aldo Montano e Luigi Tarantino hanno eliminato agevolmente, 45-39, i bielorussi nei quarti di finale e si sono presentati molto concentrati nella semifinale che li metteva davanti ai francesi Nicolas Lopez, Julien Pillet e Boris Sanson. Tutto bene per i primi sei dei nove assalti in programma, con l’Italia avanti di sei lunghezze, 30-24. Ma da qui, c’era il black out di Occhiuzzi, fin qui molto positivo, che perdeva 3-11 il suo assalto contro Sanson. A questo punto, Tarantino e Montano non riuscivano a fare il miracolo contro Lopez e Pillet e, mentre la Francia andava a vincere l’oro nella finalissima contro gli statunitensi Tim Morchouse, Jason Rogers, Heeth Smart e James Williams, per l’Italia c’era la finalina per il bronzo. I tecnici azzurri decidevano di sostituire Occhiuzzi con il più esperto Giampiero Pastore, ma l’Italia non staccava i russi, arrivando sul risultato di 42-44 per gli avversari (l’ultimo punto ottenuto per una penalità segnalata in maniera decisamente fiscale a Montano). Manca solo una stoccata ai russi per festeggiare il bronzo, ma il livornese fa vedere la classe ed il carattere che lo avevano portato sul tetto d’Olimpia quattro anni or sono, e mette a segno tre stoccate consecutive, che segnano il risultato di 45-44 per l’Italia e che porta gli azzurri sul terzo gradino del podio.
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