Hotel Catalunya di Alghero affollato. Il welfare, ribadisce Mario Bruno, è stato un tema centrale della politica del centrosinistra, che ha messo la persona al centro del proprio progetto politico
ALGHERO - La Sardegna che crede in sé stessa e in un futuro diverso contro quella berlusconiana dell’arraffa tutto e subito: è questo, nella visione di Enrico Letta il senso «non banale» delle elezioni regionali. Il ministro-ombra del Welfare del Partito democratico visita Alghero per dare sostegno alla candidatura del consigliere regionale uscente Mario Bruno. Con lui arrivano, per parlare del tema “Persona, famiglia, comunità” ma anche per ricordare l’importanza delle imminenti consultazioni di febbraio, il deputato Guido Melis, il senatore Francesco Sanna e l’assessore regionale dell’Industria Concetta Rau.
«Questa è una campagna elettorale in cui dobbiamo invitare a riflettere sulla posta in gioco, in cui l’esito si decide voto per voto», ammonisce l’ex esponente del governo Prodi. Quindi vanno trovati «il linguaggio e gli argomenti giusti» e bisogna essere bravi a spiegare agli elettori «cosa vogliamo fare della Sardegna nei prossimi cinque anni». «Il presente è difficile, non possiamo nasconderlo – continua – Ma cosa vogliamo per il nostro futuro?»
G8, vetrina mondiale. Il primo banco di prova sarà il G8 di luglio: «Vogliamo che, nella sua prima visita in Italia, Obama venga accolto da Cappellacci?», ironizza Letta. Scherzi a parte, l’appuntamento mondiale della Maddalena «aprirà per 48 ore una finestra di comunicazione sulla Sardegna». Quindi va trovato «una parola, un messaggio, un aggettivo» da legare al nome dell’Isola in questa «occasione irripetibile». Difficile che riesca a trovarlo «Silvio Cappellacci» (così Letta chiama il candidato “doppio” del centrodestra). L’auspicio è allora che i sardi non credano alle promesse di Berlusconi («Si è visto come è finita con Alitalia», commenta Letta) e tocchi a Renato Soru fare gli onori di casa durante l’appuntamento coi grandi della Terra: un Soru che, nella passata legislatura, ha iniziato un cammino di riforma importante che «vuole scommettere sul futuro».
La sfida del welfare. La scommessa è partita anche dall’attenzione per le politiche sociali dimostrata dal governo regionale uscente. Sul welfare si gioca infatti una delle sfide importanti del futuro del paese e della Sardegna: «C’è bisogno di riforme e di strumenti nuovi: in Europa la persona è al centro di queste politiche, in Italia siamo fermi agli schemi degli anni ’60 e ora esistono lavoratori di serie A, B e C». Letta insiste molto sulle donne, «soprattutto quelle coi contratti parasubordinati, abbandonate a se stesse e prive di tutela»: in Italia non si fanno figli, perché gran parte delle donne che lavorano «devono scegliere: o mantenere il lavoro o avere un bambino». Intanto, in Europa «la natalità cresce dove le donne hanno un tasso di occupazione più alto»: per Letta, «affronteremo meglio la crisi se aiuteremo le donne a lavorare e le famiglie a contare su due stipendi». Questo è uno dei messaggi «che la nostra politica e la nostra riflessione devono trasmettere: cose concrete ma inserite in un’idea di fondo legata alla spinta verso il nostro futuro».

Le politiche sociali, fiore all’occhiello della Regione. Il welfare, ribadisce Mario Bruno, è stato «un tema centrale della politica del centrosinistra, che ha messo la persona al centro del proprio progetto politico». In mezzo ai tanti risultati raggiunti nel corso della legislatura, il candidato capolista per Sassari ricorda «i 20mila progetti sociali personalizzati» o l’attenzione per la famiglia, alla quale Bruno ha dedicato «un progetto di legge che prevede agevolazioni per la prima casa, i contributi per gli affitti, i nuovi asili nido: tutte misure recepite dalle ultime finanziarie regionali ma che riprenderemo in maniera organica nella prossima legislatura».
«Per noi la Sardegna è una comunità che include anche coloro che sono in difficoltà, per farcela tutti insieme», afferma il consigliere algherese. Il compito della politica è «di essere una famiglia che accoglie». Ma per rispondere a questa «richiesta di stare bene ci vuole una ricetta che parta sì dal programma di Renato Soru ma anche dal nostro impegno quotidiano, di cittadini e politici che credono in una democrazia vera e sostanziale».
No al candidato di plastilina. Negli interventi introduttivi, l’assessore Rau loda l’impegno di Mario Bruno per «lo spirito di collaborazione positiva con l’esecutivo»: «Si è sempre preparato sui temi in discussione, approcciandosi ai problemi con serietà e preoccupandosi dell’interesse collettivo», dice. Il deputato Guido Melis ha tracciato «un bilancio più che positivo» dell’esperienza Soru: «Vogliamo continuare il lavoro fatto o buttare via tutto?», chiede alla affollata platea dell’hotel Catalunya. «Tocca a noi scegliere: la Sardegna può essere un ponte tra Europa e Africa nel mondo che verrà». «Dobbiamo respingere con l’orgoglio di chi vive qui il tentativo di colonizzare e di venderci la balla del governo amico – dice il senatore Francesco Sanna – Berlusconi si è inventato un candidato di plastilina per dargli la forma che vuole nei suoi fine settimana in Sardegna: se vincono loro avremo un presidente-ombra».