Carmelo Spada Docente di storia dell'arte e resp. WWF Alghero
7 agosto 2004
Chi ha bucato il cielo?
Suor Alba Artissunch denuncia la brutta costruzione di un manufatto in cemento armato nel pensionato sui bastioni Cristoforo Colombo che “ risulta più alto del campanile della chiesa stessa”

La denuncia viene da Suor Alba Artissunch, superiora della comunità Figlie della Chiesa della chiesa secentesca della Misericordia, ed è relativa alla linea dell´orizzonte tracciata dalle altezze degli edifici. La "bucatura" suprema, si sa, è rappresentata dall´hotel Catalunya costruito alla fine degli anni ´60 - inizi ´70 del Novecento. Di recente si sono verificati altri "sforamenti" nel tessuto urbano: uno a ridosso della via Garibaldi sulla nuova passeggiata sul porto con un edificio con copertura a falde spioventi e da alcune torri per la telefonia mobile alte alcune decine di metri. Ma la denuncia di suor Alba riguarda il centro storico e precisamente il pensionato sui bastioni Cristoforo Colombo. In una lettera indirizzata al Sindaco di Alghero, alla Procura della Repubblica, alla Soprintendenza, al comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio scrive che i lavori realizzati sul fabbricato abbruttiscono il panorama, "poiché è stato costruito un manufatto in cemento armato addossato al muro della chiesa più alto del campanile della chiesa stessa". Come è possibile che in pieno centro storico si verifichino simile cose? Siamo in presenza di un grave abuso edilizio perpetrato ai danni del patrimonio storico della città di Alghero?
Verosimilmente non c´è stato nessun abuso. Tutto, quasi certamente, è stato autorizzato dagli uffici competenti al fine di realizzare una cabina per l´ascensore. Il sopralazo, se così stanno le cose, viene classificato "volume tecnico" e non determina cubatura, quindi formalmente nulla è stato realizzato, eppure visivamente il contesto storico-paesaggistico è stato intaccato ineluttabilmente. Spiace che ciò accada, spiace che ciò venga autorizzato (se è stato autorizzato) nel centro storico supervincolato da leggi di tutela. Nessuno vuole lasciare gli anziani ospiti del pensionato senza servizi fondamentali, altre soluzioni si sarebbero dovute trovare e prioritariamente l´originario contesto storico-architettonico si sarebbe dovuto mantenere. Altrimenti che centro storico sarebbe?
Un altro progetto di ristrutturazione -diciamo così- "minaccia" la torre cinquecentesca dello Sperone o di Sulis. Si prevederebbe la realizzazione di un ascensore (interno o esterno) per collegare i vari piani del monumento storico nei quali realizzare spazi espositivi. Ha dichiarato il prof. Aldo Sari, docente di storia dell´arte dell´Università di Sassari, di capire le esigenze degli amministratori di eliminare le barriere architettoniche ma non condivide un simile intervento in quanto non tiene conto di un fattore fondamentale: la torre non è un museo, non nasce per ospitare mostre e non la si può deturpare per piegarla ad altri scopi. Ci si augura che, almeno in questo caso, la Soprintendenza ai Beni Architettonici blocchi il progetto.
Infine - (siamo in un altro campo, ma logica è la stessa dei casi precedenti) - un progetto prevede il prolungamento del moletto nella cala Dragunara per consentire l´ormeggio del battello per le grotte di Nettuno. Ma non siamo in un ambito protettissimo sia a terra (parco regionale di Porto Conte) sia a mare (riserva marina)?
Come per il pensionato dei bastioni Marco Polo o la torre di Sulis, per il molo alla Dragunara si devono trovare delle soluzioni che rispettino veramente la "natura" dei luoghi con soluzioni veramente compatibili. La Dragunara, rispetto alla situazione attuale, non deve essere ulteriormente infrastrutturata: attracchi più adeguati, se questa è la necessità, insistono già a Tramariglio.
E´ auspicabile che i responsabili dell´area marina protetta si esprimano in tal senso. E´ auspicabile che l´Agenda Locale 21 sullo sviluppo sostenibile non sia un contenitore astratto di enucleazione di bei principi, bensì stabilisca nella prassi il crinale divisorio tra sostenibilità e non sostenibilità.
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