Antonio Sini
26 agosto 2004
La Sardegna brucia, si sfidano le istituzioni
Il Ministro dell’intermo Pisanu: “i roghi sono l’arma di una nuova strategia eversiva, l’obiettivo è quello di attaccare il sistema capitalistico che si rispecchia negli investimenti turistici usando gli incendi”

Sardegna, terra bruciata. In questo modo tanti anni fa i nostri denigratori ci apostrofavano. Ora la Sardegna non solo è bruciata dal fuoco, ma presa di mira da un macabro disegno devastante che sta facendo riflettere molti. Una volta si bruciava nel “piccolo”, si bruciava per eliminare le stoppie dai campi incolti e prepararli all’acqua autunnale; erano i pastori, con la loro cultura atavica, che risolvevano in fretta e pericolosamente quello che si sarebbe dovuto fare con aratri e trattori. In seguito gli investigatori scoprirono la pista che portava alle assunzioni nei cantieri di riforestazione e di antincendio estivo: i “tagliati fuori” si trasformavano in piromani per giustificare una loro assunzione e quindi l’aumento del personale per la vigilanza forestale. Poi scoppiò lo scandalo per il nolo degli elicotteri-canadair antincendio che venivano pagati a “ore di volo”, un business clamoroso, un esborso di denaro per la Regione Sardegna clamoroso. Oggi il fuoco attacca tutta la Sardegna, da ovest a est, da nord a sud, bruciano i suoi boschi, i pascoli, la macchia, la sua bellezza, la fauna, e tutto ciò senza soluzione di continuità. L’ultimo fine settimana è stato infernale ed è un continuo bruciare in crescendo: sono andati in fumo ettari ed ettari di spazi verdi vergini. Il fuoco ha toccato Alghero, ma è niente in confronto a quanto è successo ad Olbia, a Padru, Berchidda e Oschiri. Si è spostato in Barbagia, quindi in Gallura, paradiso dei Vip dove l’industria delle vacanze gira a mille, ha messo in fuga turisti e fatto passare brutti momenti finanche al premier Silvio Berlusconi ancora in vacanza nella sua Villa Certosa in Costa Smeralda.
Gli uomini del Corpo Forestale e dei Vigili del Fuoco sono allo stremo, due elicotteri e un helitanker, quattro Canadair, lottano in un scontro impari contro gli incendiari, alleati del maestrale che sulla nostra isola soffia con impeto. Gli investigatori del corpo speciale indagano con tecniche da polizia scientifica, e cercano di opporsi a un disegno sinistro che prevede la riduzione della Sardegna in cenere. Si mettono le “mani” addosso a un giovane algherese di 31 anni, seriamente indiziato di essere uno dei piromani del Nord Sardegna. P.C., operaio incensurato, che nel tempo libero dava una mano al personale della Protezione Civile a spegnere i roghi. Ora rischia una pesante condanna.
Gli incendiari sembrano aver sfidato le istituzioni, fatto che non ha precedenti: un grosso rogo è infatti stato appiccato sabato scorso nella Sardegna settentrionale, casualità (?) in occasione della visita del responsabile della Protezione Civile nazionale, Guido Bertolaso. A Bassacutena, vicino a Tempio , Bertolaso doveva atterrare in contemporanea al velivolo russo Beriev BE 200, aereo a reazione, antincendio, velivolo di costruzione Russa presentato lo scorso anno da Vladimir Putin a Berlusconi. Tutto è passato in secondo piano. Il velivolo, capace di sparare 12 mila litri d´acqua sulle fiamme, e di prenderne altrettanti in soli 4 secondi, è stato adombrato dall´incendio divampato a Golfo Aranci., spingendosi sin sotto Porto Rotondo.
Scende in campo il Ministro dell’Interno Beppe Pisanu, usa parole pesanti come macigni, parla senza mezzi termini di ecoterrorismo. La Sardegna pare sia l’avamposto del terrorismo, che alla strategia degli attentati sta preferendo la strategia del rogo e del fuoco. “ In Sardegna, secondo Pisanu, si assiste all’anticipazione degli sviluppi del terrorismo italiano”. L’isola parrebbe essere diventata di colpo un laboratorio di una nuova corrente eversiva. C’è “una verificata confluenza di tre vecchi residui delle Br, anarcoinsurrezionalisti e indipendendentisti”. Non a caso si è scelta la Gallura in questi ultimi giorni, luoghi simbolo del turismo. Quell’intreccio di sigle citato, secondo il Ministro Pisanu “ ha già prodotto documenti politici propri”, cita a questo proposito un documento di nove pagine, una risoluzione pubblicata da “Repubblica” in cui i Nuclei Proletari per il Comunismo scrivevano:”ci riprenderemmo la nostra terra e le nostre coste. Polverizzeremmo i residence dell’opulenza”. L’obiettivo dei gruppi eversivi è quello di attaccare il sistema capitalistico che si rispecchia negli investimenti turistici usando gli incendi, un mezzo terribilmente efficace per diffondere terrore in modo indiscriminato. La frase “polverizzeremmo i residence dell’opulenza” è in linea con quanto sta succedendo: bruciare i terreni, oggi, a differenza del passato, vuol dire impedire che li si possa riedificare senza concessioni edilizie. Un rompicapo per i magistrati che lavorano a 360 gradi, tenendo in debito conto il fronte dell’ecoterrorismo.
Una cosa è ormai certa, di questo passo la Sardegna finirà per essere militarizzata, perché da più parti si invoca la presenza dell’esercito e dei suoi mezzi per il controllo capillare del territorio.
I colpi di coda dei grandi roghi, sono sempre stati a fine Agosto e a Settembre, è d’obbligo tenere la guardia altissima, sperando che il Maestrale non sia alleato involontario di chi vuol far pagare a noi sardi colpe che non abbiamo.
Nella foto: Forestali dell’antincendio dopo un difficile intervento nella Pineta dell’Arenosu a Fertilia
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