|
Luigi Coppola
13 settembre 2004
Concluso il XXI Festival Voci d´Europa
Una speranza di pace dalle polifonie dei cori vocali

Nei giorni carichi d’angoscia sospesa fra gli inquietanti interrogativi circa il futuro di tanti nostri connazionali impegnati a vario titolo nei luoghi di guerra, le quotidiane mattanze di sangue ivi consumate e gli anniversari d´accadimenti epocali (l´11 settembre 2001 coincise con la prima serata della rassegna corale di quell’edizione, cu fu dedicato il cordoglio per le vittime sacrificate), da un tempio sacro romanico del nord Sardegna titolato al culto del sangue versato da altri martiri (Proto, Gianuario e Gavino), si eleva un messaggio di civica speranza, avvalorato dall´arte e dalla passionale dedizione di chi vi ha preso parte, realizzando serate d´alto valore lirico oltre che simbolico e solidale. Un festival non proprio tale nell´accezione del termine. Non ci sono vincitori. I premi consegnati, non implicano una graduatoria di meriti fra i partecipanti, la cui bontà e competenza tecnica orale sono offerti in un comune obiettivo di promuovere il canto quale veicolo di coesione e solidarietà tra i popoli. In tale ambiente la serata conclusiva della manifestazione è una sobria passerella dei quattro cori partecipanti (manca solo il duo strumentale Molinaro Sala della serata inaugurale), che propone brani del loro repertorio di musica da camera sacra e profana. Sono prevalentemente autori del novecento i "tesori polifonici europei" (il focus sviluppato quest´anno) cantati dagli ensamble che hanno allietato gli appassionati accorsi nella cinque giorni canora.
La bravura e la compostezza hanno distinto tutte le formazioni in scena, dai giovani svizzeri del Choeur Suisse di Lucerna al sestetto ungherese Cactus Decorus Singers, sino al nostro Coro Polifonico Turritano, protagonista nell’ultima serata di una mirabile performance culminata nell’I Himmelen d’Edvard Grieg, con l’apporto alle voci del direttore Luca Sannai e l’operetta “Canzone a ballo” di Luigi Rachel che ha mandato in visibilio il pubblico nella più lunga ovazione della kermesse. Una citazione a parte per i tedeschi del Deutscher Jugendkammerchor di Colonia, diretti dal genio funambolico di Karl Zepnik. Autori di sonorità compatte d’indicibile effetto e coreografie distribuite a schiera, lungo le navate della Basilica, si sono distinti sabato dodici in una magistrale esecuzione del Salmo 130 d’Einrich Kaminski e dell’Agnus Dei d’Urmas Sisask, grazie ai superiori assolo dei soprano Jutta Bonenberger e Christina Blaschtschale.
Alla consegna delle targhe ricordo, la nota realistica del maestro Giovanni Acciai, condirettore del Coro Polifonico, da sempre promotore della rassegna. Ricordando le Olimpiadi Corali di Brema, che svoltisi nello scorso luglio hanno raccolto 360 cori di tutto il mondo, ha evidenziato l’azione data all’educazione musicale in tutta Europa, all’infuori del nostro paese sede di molti primati creativi, ma non certo per quello musicale e corale in particolare. “…Non vi può essere cultura in una società senza musica…” Ricordando la socializzazione e la partecipazione nel fare cultura attraverso la musica, ed “..il palpito del cuore che è il canto…”, promettendo la continuità dell’impegno nell’organizzazione dei prossimi festival Voci d’Europa, rispetto ad una paventata riforma scolastica che relega come opzionale l’educazione musicale, conclude: “…Guardando il vuoto che ci circonda, non possiamo lamentarci, siamo estremamente ricchi…”. Mentre il maestro Sannai si augura per la prossima edizione un più oculato posizionamento dell’evento nel calendario delle manifestazioni liriche di fine estate, evitando inutili sovrapposizioni con località limitrofe anch’esse sedi di simili iniziative. Dopo venti anni e passa di concerti (questa sera il Coro Turritano ha raggiunto quota 950), un minimo di maggiore attenzione non guasterebbe. Incrociando le dita, aspettiamo tutti il XXII Festival Internazionale Voci d’Europa.
|