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Sara Alivesi 20 gennaio 2010
"Salviamo il Calich": ecco il progetto dei Pescatori
Un progetto per il recupero del Calich è la proposta della Cooperativa Pescatori “Capo Caccia” di Alghero. Uno studio sullo stagno naturale più grande della Sardegna che abbia come obiettivo quello di impiantare alcune attività sviluppando nuove risorse di pesca e posti di lavoro


ALGHERO - Un progetto per il recupero del Calich è la proposta della Cooperativa Pescatori “Capo Caccia” di Alghero. Uno studio sullo stagno naturale più grande della Sardegna che abbia come obiettivo quello di impiantare alcune attività sviluppando nuove risorse di pesca e posti di lavoro. «Salviamo il Calich è un progetto già conosciuto alle autorità regionali - scrivono in una nota i pescatori - ma dopo 15 anni di silenziosa burocrazia ci proponiamo ufficialmente come manager per cambiare l’immagine della “pattumiera”».

La Cooperativa intende occuparsi della gestione dello stagno dove nell'arco di tre anni vorrebbe sviluppare diverse attività: dalla pescicoltura semi intensiva ed allevamento di pesci in vasca, alla gambericoltura; dall’esca viva per la pesca sportiva, alla mitilicoltura.

E poi ancora realizzare impianti per la stabulazione e commercializzazione del prodotto (arselle, cozze, vongole e ostriche); creare una zona adibita alla pesca sportiva; organizzare passeggiate ecologico–turistiche nella laguna e nel rio Barca con l’uso di canoe e pedalò; occuparsi della tutela della zona avicola esistente, nonché della pulizia della pineta fino alla Villa Maria Pia. Infine, aprire un punto di ristoro con i prodotti della pesca.

Una vasta operazione da almeno 20-25 posti di lavoro - assicurano i promotori del progetto - possibile senza la richiesta di contributi straordinari, ma solo con la collaborazione di tecnici esperti. In realtà l’idea risale al lontano 1997, anno in cui la Cooperativa aveva inoltrato la domanda agli assessorati regionali alla Difesa e Ambiente, all'Agricoltura, all’Agenzia Ersat-Laore e al Parco di Porto Conte. Nessuna risposta da parte di nessuno degli enti chiamati in causa.

«Chi era responsabile della gestione (4 soci di cui peraltro la concessione è scaduta nel 2008) non ha mai proposto nessun progetto di sviluppo e nonostante le concessioni del Calich siano scadute nel 2008 continuano a sfruttarlo come un bene familiare e non un bene comune della collettività. Demeriti riconosciuti – continuano i pescatori - dalla 5^ Commissione Regionale ed Amministratori del Comune di Alghero».

La laguna ha uno spazio di circa 88 ettari, che la Cooperativa chiede di gestire da sola, dietro il monitoraggio costante di Biologi ed Amministratori locali incaricati, poiché «le varie attività indicate - spiegano - devono essere organizzate e tutelate da una unica seria regia, al fine di effettuare contemporaneamente le varie attività programmate, senza creare conflitti vari». Così, si tutelerebbero i vari tipi di pesci esistenti e il loro habitat naturale, in pericolo secondo gli esperti dalla quantità di sostanza inorganica che arriverebbe dal depuratore di San Marco alterando irrimediabilmente l'ecosistema.

Nella foto: Un'immagine dello stagno del Calich invaso dalle alghe



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