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Red 27 marzo 2010
Mozione contro l´acqua privata
Depositata in Consiglio regionale dai Consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà Luciano Uras, Carlo Sechi, Massimo Zedda
Mozione contro l´acqua privata

ALGHERO - E' stata presentata in Consiglio Regionale dai Consiglieri di Sinistra Ecologia e Libertà Luciano Uras, Carlo Sechi, Massimo Zedda, una mozione sui rischi della privatizzazione dell'acqua in Sardegna. La privatizzazione dell'acqua è un epilogo da scongiurare con ogni mezzo, essendo la risorsa idrica un diritto universale e non una merce.

Una recente legge del governo, invece, prevede l'affidamento della gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%.

Non è l'Europa ad imporre la privatizzazione del servizio idrico in nessun provvedimento normativo e in nessuna Direttiva Europea; due diverse risoluzioni del Parlamento europeo affermano il principio che l'acqua è un "bene comune dell'umanità" mentre gli organismi della UE hanno più volte evidenziato che "alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza".

Nei Paesi della Ue, dopo sporadici tentativi di privatizzazione di alcuni servizi pubblici locali e dopo aver constatato l'abbassamento della qualità dei servizi ed un vertiginoso incremento delle tariffe, si è registrata una decisa e ferma inversione di tendenza verso la ripubblicizzazione degli stessi (ad esempio il Comune di Parigi ha avviato l'iter di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato), in funzione di realizzare, in capo alla comunità e alle sue rappresentanze democratiche non solo la disponibilità piena dell’acqua grezza (multisettoriale), ma anche proprietà e gestione degli impianti e della distribuzione dell’idro-potabile e della depurazione.

La mozione presentata in Consiglio Regionale impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a porre in essere tutti gli atti necessari a riconoscere l'acqua come bene comune e diritto umano, in particolare l'accesso all'acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico contrastando, nelle forme politiche democratiche e in quelle giuridiche più idonee, ogni tentativo di fare dell’acqua una merce in mano alla speculazione privata.

I consiglieri regionali sollecitano il Presidente e la Giunta Regionale alla organizzazione di una specifica conferenza annuale per la difesa dell’acqua bene comune, per prevenirne l’inquinamento e contrastare i processi di desertificazione, anche tramite idonee misure di tutela e difesa del suolo. A proporre il ricorso presso la Corte Costituzionale su quanto previsto dall'art. 15 del DL 135/2009, come già stanno positivamente facendo alcune Regioni.

A sostenere tutte le iniziative normative, amministrative e sociali contro la privatizzazione dell'acqua, per la ripubblicizzazione dei servizi, anche verificando la possibilità della presentazione di un quesito referendario che abroghi il dispositivo previsto dall'art. 15 del decreto 135/2009.
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