S.A.
6 luglio 2010
700 aziende sarde in crisi
Aumenta del 15% il ricorso alla cassaintegrazione per i lavoratori sardi. Dati che rivelano una grave crisi in tutte le realtà produttive regionali. La Cisl chiede un´azione incisiva da parte della Giunta

CAGLIARI - Il ricorso alla Cig in Sardegna continua a crescere in modo esponenziale, sintomo di una crisi profonda che interessa ornai tutti i settori produttivi, con 700 aziende in crisi e oltre 100 vertenze aperte nei diversi tavoli nazionali e regionali. I dati sono emersi da un'indagine della Cisl sarda che rivela, (in termini assoluti), come nei primi 5 mesi del 2010 al confronto con lo stesso periodo del 2009, si registra un incremento del ricorso alla Cig pari al 15%, per un totale di 4.995.858 ore.
Diminuisce, è vero, il ricorso alla Cig ordinaria, probabilmente a causa della diversa organizzazione dell’azienda, mentre aumenta la richiesta di Cig in deroga, il cui incremento nel periodo preso in esame è stato del 30%. «Segno - spiegano dal sindacato - che le imprese e l’intero sistema produttivo riscontrano una condizione economica non più governabile con gli strumenti ordinari».
Al momento sono circa 700 le imprese che hanno dichiarato lo stato di crisi con oltre 10 mila lavoratori coinvolti. Questi dati pongono in evidenza che la grave situazione colpisce duramente non solo la grande industria ma anche le piccole e piccolissime realtà produttive. «E’ ormai imperativo categorico pervenire a una nuova politica del lavoro - dice il segretario regionale Giovanni Matta - in grado di invertire la tendenza e contestualmente innescare processi virtuosi capaci di difendere le nostre produzioni e consolidare e rilanciare l’attuale base produttiva». Secondo la Cisl la Regione deve adottare una politica di sostegno ai settori trainanti, oltre ad uno strumento operativo che realizzi «lo scouting d’impresa per attivare i meccanismi necessari a promuovere il reimpiego». Insar e Sviluppo Italia Sardegna avrebbero «le carte in regola per assumere tale incombenza e supportare così le azioni di politiche per il lavoro necessarie per contrastare l’ulteriore ricorso agli ammortizzatori sociali».
E' per questo che occorre accelerare «l’Iter legislativo e/o amministrativo già assunto come impegno nell’accordo Regione-Sindacati del 4 giugno scorso - sollecitano dalla Cisl - ed è per questo che chiediamo un colpo di reni politico e un’azione coraggiosa di una politica industriale innovativa in Sardegna».
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