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Alguer.itnotiziesardegnaPoliticaRegione › La sfiducia su Cappellacci. Giunta presto azzerata
Red 27 luglio 2010
La sfiducia su Cappellacci
Giunta presto azzerata
A Cagliari si discute la mozione di sfiducia al presidente Cappellacci, incappato in diciassette mesi terribili di governo, culminati con l´accusa di corruzione nell´inchiesta sull´eolico. Mozione certamente respinta dalla Maggioranza. Rimpasto di Giunta all´orizzonte
La sfiducia su Cappellacci. Giunta presto azzerata

ALGHERO - La sfiducia cala sull'aula del palazzo del Consiglio regionale di Cagliari: 27 consiglieri regionali del centrosinistra, primo firmatario il capogruppo del Pd Mario Bruno, chiedono a gran voce le dimissioni del Governatore Cappellacci. Troppe cose non vanno nell'Isola e così l'opposizione, anche a seguito degli inquietanti sviluppi che le indagini sul business dell'Eolico e i grandi eventi in Sardegna stanno scoperchiando, pretende un passo indietro del Presidente.

La mozione è stata illustrata dall’onorevole algherese Mario Bruno (Pd) che ha detto che con il giuramento il presidente Cappellacci si era impegnato a svolgere il suo ruolo nell’interesse generale del popolo sardo. Per il capogruppo del Pd questi diciassette mesi di governo sono stati caratterizzati dalla subalternità nei confronti del governo nazionale e dal tradimento perpetrato nei confronti dei sardi. E i segnali che la giunta Cappellacci non sarebbe stata in grado di contrapporsi alle decisioni del Governo Berlusconi, per Mario Bruno, si era palesata da subito con il trasferimento del G8 da La Maddalena all’Aquila o dalla campagna elettorale dove appariva Berlusconi come protagonista mentre il candidato presidente era solo “una comparsa”.

«In questi mesi presidente - ha proseguito Mario Bruno - lei ha subito passivamente uno scippo continuo, come per esempio quello della strada Sassari - Olbia o quello sul mancato trasferimento delle risorse per la vertenza entrate, o quello sullo smantellamento della rete scolastica regionale. Lei - ha detto ancora rivolgendosi al presidente della Regione - aveva giurato di agire nell’interesse dei sardi, non rispettando questo giuramento ha tradito il popolo sardo e per questo noi chiediamo la sfiducia».

Noi non vogliamo sostituirci alla magistratura, ma vogliamo contestarle con forza le gravi responsabilità politiche a suo carico. Quelle intercettazioni telefoniche costituiscono una novità dirompente e i fatti emersi confermano le già gravissime accuse che l’opposizione le ha contestato nella seduta del 10 giugno, continua Bruno. «Le frequentazioni del presidente della Regione non sono giustificabili né con la gentilezza né con la subordinazione nei confronti di Roma». Nella sua azione di governo ci sono ampie zone d’ombra - sottolinea il capogruppo Pd - aggravate dalle nomine di Farris all’Arpas e di Piga all’Autorità d’Ambito.

Per Bruno siamo di fronte a un’insanabile crisi politica anche perché non esiste più un rapporto di fiducia tra i sardi e il suo presidente, tra il popolo la giunta e la maggioranza. Questo governo regionale - ha concluso l'algherese - non può recuperare il livello di autorevolezza che sembra ormai compromesso. Quindi, per il bene della Sardegna è meglio porre fine all’agonia di questo esecutivo. Questa legislatura è terminata, meglio dare la parola ai sardi.

La maggioranza di centrodestra intanto, nonostande profonde lacerazioni interne, si ricompatta e pare scontato il voto contrario alla mozione. All'orizzonte però è sicuro un rimpasto complessivo, con cambiamenti scontati in gran parte degli assessorati. Alcuni esponenti del Pdl e dei partiti alleati pongono delle precise condizioni per il proseguo della legislatura, su tutte proprio l'azzeramento di Giunta e il rilancio dell'azione di governo, ormai quasi svanito e prepotentemente minato dalle divisioni dei partiti di governo.

Nella foto: Mario Bruno
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