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A.B. 3 febbraio 2011
Cappellacci: «attentatori non sono uomini»
«Sono farabutti che meriterebbero di marcire nelle patrie galere», ha dichiarato il presidente regionale, che auspica l’unità delle Istituzioni per la legalità
Cappellacci: «attentatori non sono uomini»

ORISTANO - «Si tratta di attacchi odiosi, vili, eseguiti da uomini che non possono essere definiti tali. Farabutti che meriterebbero di marcire nelle patrie galere». Così il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci, all'incontro con il ministro Maroni e gli amministratori locali al Teatro Garau di Oristano. «Sono attacchi odiosi e vili - prosegue - perché costituiscono una minaccia reale per la democrazia, soprattutto quando vengono commessi con l’intento di provocare la caduta di un’amministrazione pubblica o di condizionarne le decisioni».

Cappellacci ha poi sottolineato la necessità di unità da parte delle Istituzioni sia per combattere il malessere sociale, che non può comunque essere considerato un alibi sia di contrastare i fenomeni criminali. «La Regione, ha messo in atto tutta una serie di interventi che oggi devono essere riportati entro una più ampia cornice di collaborazione fra istituzioni centrali e locali. Penso ai Protocolli d’Intesa siglati con la Procura della Repubblica di Cagliari per l’informatizzazione dell’attività giudiziaria, a quello stipulato con il Tribunale di Cagliari sempre in materia di informatizzazione e all’Accordo di Collaborazione con il Ministero dell’Interno sulla protezione civile. Abbiamo inoltre attivato borse di studio - ha aggiunto - per l’alta formazione giuridica, concesso in comodato alla Guardia di Finanza una parte dell’ex stazione radio di Sant’Antioco per l’installazione di sensori radar di profondità per la sorveglianza costiera, abbiamo autorizzato il distacco di personale della Guardia Forestale presso le sezioni di Polizia Giudiziaria delle Procure sarde da impiegare nelle attività di indagine. Cappellacci ha altresì ricordato il disegno di legge contenente agevolazioni per i magistrati assegnati a sedi disagiate nell’Isola, il progetto finalizzato all’inclusione sociale delle persone soggette a misure giudiziarie, lo schema di convenzione per l’istituzione a Foresta Burgos della scuola per i servizi di Polizia a cavallo. Stiamo poi ultimando l’iter che consentirà di finanziare la caserma dei Carabinieri di Orgosolo».

Il presidente regionale, ha sottolineato la necessità di massima collaborazione tra lo Stato e le Istituzioni locali: «Il coinvolgimento ed il raccordo dei diversi livelli istituzionali nella lotta alla criminalità è uno strumento che il Governo ben conosce, che il ministro ha già sperimentato con successo in altre regioni italiane. Friuli Venezia Giulia, Veneto e Calabria hanno stipulato Protocolli di Intesa con il Ministero dell’Interno in materia di sicurezza e lotta alla criminalità. Sono state individuate aree di intervento che vanno dalla formazione e aggiornamento professionale congiunto tra personale delle Forze di Polizia statali e della Polizia locale alla prevenzione sociale; dallo scambio di dati operativi al potenziamento degli strumenti informatici; dallo studio di piani coordinati per la dislocazione dei presidi all’individuazione di sale operative congiunte dotate dei migliori supporti tecnologici. La Regione potrebbe così farsi portavoce delle istanze dei Comuni, svolgendo un ruolo di raccordo con il Ministero per individuare le aree di intervento congiunto. Potremmo fin da subito attivare un tavolo di approfondimento che delinei in modo puntuale i contenuti di questa essenziale forma di collaborazione fra le nostre istituzioni».

«Alle proposte che direttamente riguardano la competenza della Regione e che oggi sono state riprese e sottolineate da diversi Sindaci, voglio subito dare risposte e prendere impegni precisi sin da oggi. Sono del tutto d’accordo per prevedere l’impiego e il coinvolgimento delle compagnie barracellari da impiegare in attività di vigilanza dei territori rurali. Si potrebbe raggiungere così un duplice risultato: un maggiore e capillare controllo dei territori e una riscoperta e valorizzazione di un ruolo, quello dei barracelli, che affonda le radici nella nostra storia giudicale. La Regione, inoltre, intende mettere a disposizione dei territori le importanti dotazioni tecnologiche di cui dispone (reti telematiche, banda larga, reti wireless). Queste infrastrutture tecnologiche possono permetterci di dialogare in tempo reale con i tutori dell’ordine pubblico e, attraverso l’installazione di telecamere nei luoghi più strategici, monitorare costantemente il territorio. Non meno importante è il nostro impegno a ridefinire i contenuti della L.R. n.21 del 1998. Lo vogliamo fare con il contributo decisivo delle amministrazioni locali».

Nella foto: Ugo Cappellacci, presidente della Regione Sardegna
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