Sara Alivesi
24 febbraio 2011
Cassintegrati Vinyls: 365 giorni di lotta
Esattamente un anno fa´ è iniziata la protesta dei dipendenti di Porto Torres, esiliatisi nell´isolotto de L´Asinara per rivendicare il proprio posto di lavoro. Gli interventi del capogruppo regionale del Pd Mario Bruno, e del rettore dell´Università di Sassari Attilio Mastino

L'ASINARA - «Dal 24 Febbraio un gruppo di operai Vinyls (ex Enichem, Porto Torres), in cassintegrazione da 4 mesi, è sbarcato sull'isola dell'Asinara, prendendo possesso delle sale dell'antico carcere. L'isola dei Cassintegrati è un reality "reale", purtroppo, dove nessuno è famoso, ma tutti sono senza lavoro. Trincerati in un'isola, simbolo della più grande Sardegna ormai in crisi profonda, alloggiati in celle non peggiori delle sbarre che governo, Regione ed Eni hanno messo loro davanti. Nessuno yacht, billionaire e soubrette su quest’isola, solo la cruda verità di una politica che non da risposte, e di una società a controllo statale, l'Eni appunto, che persegue i propri scopi aziendali passando sulle vite di centinaia di famiglie. E, non ultimi, un gruppo di operai coraggiosi che lotta per i propri diritti».
I fatti risalgono esattamente a un anno fa', quando un gruppo di (ex)lavoratori della Vinyls ha deciso di "spettacolarizzare" una protesta dando inizio ad un esilio spontaneo arrivato al 365° giorno. Nel tentativo di renderlo pubblico e mediatico il disagio di chi perde il proprio posto di lavoro, gli operai si sono battezzati "l'Isola dei cassintegrati", facendo il verso al fortunato reality Rai. Ma, in questa, nessuno si aspetta serate dorate, sponsor o ruoli in fiction o altre trasmissioni in tv; quanto la restituzione della dignità, della professionalità, in altre parole del lavoro.
Promesso, smentito, ripromesso e rismentito a più riprese in questi lunghi, duri mesi da trascorrere in un ex carcere e senza la famiglia. Le trattative fallite con Sartor e Ramco, il ministero dello Sviluppo economico vacante per sei mesi (dopo le dimissioni di Scajola ndr), e ora la speranza (stagnante) per la cessione dehli impianti al Fondo Gita: sono solo alcuni passaggi della vicenda, che hanno nell'esilio dei suoi protagonisti l'unica costante e certezza di questo interminabile anno. Ma si sa, l'orgoglio e la parole per i sardi contano ancora qualcosa, almeno per chi si trova in quell'isola.
Mario Bruno, capogruppo in Regione del Pd Un anno fa gli operai della Vinyls di Porto Torres occupavano l'ex carcere dell'Asinara per mantenere alta l'attenzione sul destino della loro azienda. Dodici mesi dopo, nonostante le tante promesse e le troppe delusioni, sono ancora là a portare avanti una battaglia civile e non violenta per la loro dignità, per la dignità del lavoro. E quella dell'Isola dei cassintegrati è diventata la lotta simbolica di una Sardegna in crisi perenne, dove tante vertenze rimangono aperte e i lavoratori non hanno certezze sul futuro. La speranza è che, dopo le vane promesse di Berlusconi e Cappellacci, dopo le illusioni coltivate con Sartor e Ramco, finalmente la vertenza si sblocchi, Vinyls venga ceduta al fondo Gita e possa riavviare la produzione. La certezza è che questo governo regionale, dimostratosi incapace di avviare un conflitto con lo Stato per il rispetto dei nostri diritti, non sia in grado di mettere in campo soluzioni legislative e politiche che affrontino l'attuale stato di crisi. E alle questioni irrisolte adesso si aggiungono gli aiuti sulle tariffe energetiche alle industrie del Sulcis ritenuti incompatibili dalla Commissione europea e le sempre maggiori difficoltà di Meridiana, che mette in forse quasi mille posti di lavoro. L'augurio è che la Sardegna non diventi in breve tempo una grande e disperata Isola dei cassintegrati: serve l'impegno, la mobilitazione di tutti e un serio, concreto progetto di sviluppo.
Attilio Mastino, rettore dell'Università di Sassari Cari lavoratori, l'occupazione dell’Isola dell’Asinara ormai datata da ben 365 giorni rappresenta l'emblema del disagio economico e sociale della popolazione della Sardegna. Una bandiera, una forma di lotta tanto originale da suscitare la simpatia e la solidarietà di tanti cittadini, coscienti del fatto che lo smantellamento dell’industria chimica del Nord Sardegna contribuirebbe in maniera drammatica alla desertificazione del territorio. Certo che la soluzione del problema dipenda dalle decisioni della politica e dell’economia, vogliamo ribadire ancora una volta i sentimenti di solidarietà di tutta l'Accademia sassarese, con l'auspicio che presto possiate tornare al vostro lavoro e alle vostre famiglie.
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