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S.A.
21 marzo 2011
No ai tagli nei Consigli: la critica di Sel
«Il Consiglio perde una occasione preziosa per avviare la riforma del sistema pubblico regionale e locale». Luciano Uras e Carlo Sechi, criticano la conservazione del sistema esistente

CAGLIARI - «Con un voto bipartisan, solo alcuni contrari (5) tra cui quelli nostri, il Consiglio regionale ha approvato la conservazione del sistema esistente per l’elezione dei consigli comunali e provinciali e la costituzione degli esecutivi delle amministrazioni locali. Rimane confermata, pertanto, la popolazione di consiglieri e amministratori per le 8 province e per i 376 comuni della Sardegna in circa 6mila unità».
Così, Luciano Uras e Carlo Sechi, rispettivamente capo gruppo di Sel e componente della Commissione Autonomia del Consiglio regionale, hanno criticato la posizione del consiglio, «ancora una volta la incapacità di auto-riforma della politica e del sistema istituzionale regionale e locale». Pur accettando gli esponenti del centro-sinistra «il principio del non cambiare le regole in corso d’opera» sino alle prossime consultazioni elettorali (previste a maggio ndr), hanno chiesto di applicare automaticamente la riduzione del 20% dei consiglieri prevista dalla nuova normativa nazionale: «un accordo raggiunto tra tutti in Commissione e bocciato a voto segreto su in aula».
«Abbiamo mantenuto - concludono Uras e Sechi - un elefantiaco sistema di rappresentanza che rischia di divorare una fetta importante delle risorse pubbliche disponibili sottratte così agli investimenti sociali ed economici per soddisfare gli urgenti bisogni delle nostre comunità. Non abbiamo affrontato alcun tema concreto e abbiamo, ancora una volta, offerto al Governo nazionale la possibilità di impugnare la legge per vizi di costituzionalità. Un disastro, una perdita di tempo e di credibilità dell’istituzione regionale che si aggiunge a tutte quelle finora collezionate in questa legislatura».
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