La Fiera dei dissapori, oltre a creare distanze tra l´amministrazione e gli imprenditori, ha finito per dividere la stessa categoria. L´organizzatore, Giuseppe Iurato difende l´iniziativa deciso a replicarla
ALGHERO - La Fiera dei dissapori, oltre a creare distanze tra l'amministrazione e gli imprenditori, ha finito per dividere la stessa categoria. Il riferimento è ovviamente alla fiera del Lungomare Barcellona - o «galleria commerciale» secondo altri - conclusasi da alcun giorni e ampiamente criticata dalle varie
associazioni di categoria: dal Consorzio Turistico Riviera del Corallo, alla Confcommercio, sino al Ccn AlgheroinCentro.
In particolare il
presidente del Centro commerciale naturale, Emiliano Piras, è stato molto chiaro nelle intenzioni future: «se la fiera di fine agosto verrà confermata, scenderemo in piazza». Non poteva mancare la risposta dell'organizzatore della manifestazione fieristica, Giuseppe Iurato, che difende la manifestazione definendola «un evento popolare senza nessuna pretesa di esclusività propria delle fiere di settore, e che a sensazione, ha avuto il giusto gradimento della maggior parte del pubblico, perche i visitatori sono stati numerosi e hanno semplicemente apprezzato la varietà degli stands».
Iurato, a dispetto dei numeri (positivi precisa) sui visitatori, non parla di grandi affari, «a malapena il recupero delle spese sostenute», ma di un grande contenitore che ha visto la partecipazione di 45 aziende, di cui 23 solo algheresi. «Quindi - si domanda l'imprenditore - a pari dignità degli operatori del centro storico, qualcuno mi dovrebbe spiegare che male c’è a voler promuoversi in una manifestazione pubblica ed aperta a tutti, sulla pubblica via».
«A Rimini, Riccione, Taormina ed altre località marine - prosegue - queste Mostre Mercato durano per tutta l’estate e sono ospitate regolarmente sul Lungomare, e non in luoghi sacrificati o periferici, non servirebbe a nessuno». Sulle "minacce" di scioperi in piazza, Iurato storce il naso, « in trent'anni non ho mai visto ne sentito niente di simile».