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S.A.
23 luglio 2011
Cappellacci: ultimatum dei Riformatori in Regione
Il percorso è al capolinea secondo il capogruppo regionale dei Riformatori Vargiu se la Giunta non cambia passo e metodo. Le dimissioni al Governatore vengono chieste dai capigruppo del centro-sinistra

CAGLIARI - Ancora fibrillazioni nella maggioranza di centrodestra che governa la Regione. Il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Pierpaolo Vargiu, ormai parla apertamente di una maggioranza «che si era presentata ai sardi suscitando grandi speranze, ma che ora sembra irrimediabilmente impantanata nella gestione delle emergenze quotidiane», chiedendo «un cambio di passo, di metodo e di sostanza della maggioranza», altrimenti per i Riformatori «il percorso e' al capolinea».
Negli ultimi giorni i capigruppi del centrosinistra avevano chiesto le dimissioni del presidente della Giunta, Ugo Cappellacci, al quale è stata contestata l'assenza in Aula. Secondo l'analisi dell'opposizione «le falle nella tenuta politica della coalizione di centrodestra, gia' evidenziate nelle scorse settimane, sono ormai diventate voragini incolmabili».
Vertenza entrate. «La situazione economico-finanziaria della Regione è gravissima - dice Luciano Uras, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà. Un Bilancio che indica entrate presunte e mai accertate, tanto meno riscosse, spese promesse mai realizzate, una montagna di residui, un insieme di importi di fatto inattendibili. Le entrate, in conto competenza sono pari a 9 miliardi e 500 milioni di euro. Sui residui le entrate accertate sono pari 4 miliardi e 626 milioni». «Si tratta, complessivamente, di entrate per 14 miliardi e 155 milioni. Se fossero soldi veri e spendibili - conclude Uras - i problemi della Sardegna sarebbero in parte avviati a soluzione. Invece così non è. Le somme riscosse in entrata a metà anno sono di 2 miliardi e 111 milioni, pari a circa il 15 %. Se questo è il trend a fine anno avremo riscosso tra competenze e residui 4 miliardi circa, ovvero il 30%, quindi le entrate vere sarebbero inferiori a quelle scritte in Bilancio di oltre 10 miliardi di euro».
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