CAGLIARI - «Ho intenzione di rimandare indietro la mia tessera di partito». Il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha annunciato all’Aula la sua volontà di uscire dal Pdl in segno di indignazione e censura nei confronti del Governo dopo l’annuncio dell’
impugnazione di alcune parti del Collegato alla Manovra finanziaria regionale da parte del Consiglio dei ministri.
«E’ un fatto molto grave perché viola il principio di leale collaborazione tra istituzioni – ha affermato Cappellacci - noi abbiamo sempre rispettato quel principio, abbiamo cercato il dialogo e sono convinto che la strada che abbiamo intrapreso è stata quella giusta, ma oggi questa impugnativa genera in me indignazione e censura forte nei confronti del governo perché è un’ingerenzanella competenza legislativa primaria della Regione Autonoma della Sardegna sulla propria contabilità».
Mario Bruno (Pd). «La coerenza vuole che di fronte a un fallimento del genere il presidente si dimetta». Nessuno mai prima ci aveva impugnato i documenti finanziari, ha sottolineato Bruno, che ha richiamato la protesta dell’opposizione che era sfociata nell’occupazione dell’Aula a cui era seguito un ordine del giorno condiviso che impegnava la Giunta regionale e il presidente a sollevare il conflitto di attribuzione con lo Stato e le vicende che hanno seguito.
«Non abbiamo mai detto no all’unità, ma non possiamo accettare che la maggioranza in questo momento sulla nostra richiesta specifica di affrontare le vere emergenze della Sardegna ci abbia detto no. La legislatura è finita, dobbiamo discutere su alcuni punti cruciali ed emergenziali, ma dobbiamo fissare una data per le elezioni».