Crollano le ristrutturazioni, crescono le domande di agevolazione fiscale per la riqualificazion energetica anche se i costruttori chiedono un quadro normativo e burocratico più vantaggioso
CAGLIARI - Settimo anno di crisi per l'
edilizia in Sardegna come evidenziato dal recente studio commissionato dal Cna. A far respirare l'isola solo gli interventi relativi all'efficienza energetica e quelli relativi alla riqualificazione urbana. Secondo i dati trasmessi, dal 2007 al 2010 le domande di agevolazione fiscale sono passate da poco più di 3.500 a più di 6.600 in soli quattro anni attivando interventi per oltre 51 milioni (contro i 22 del 2007) dai quali è conseguito un risparmio energetico di 23 Gwh l’anno, contro i 15 del 2007. Altro aspetto di estremo interesse è quello della riqualificazione urbana.
Il cosiddetto Piano Città, altro strumento reso operativo dal Decreto Sviluppo per rilanciare l’esigenza di una nuova strategia nazionale per centri urbani, stanzia complessivamente tra il 2012 e il 2017, 224 milioni di euro destinati alla riqualificazione dei centri urbani. In base ai dati del Centro studi Cna, i bandi di gara censiti nel 2011 per interventi di riqualificazione urbana in Sardegna sono 548, pari ad un volume potenziale di investimenti di oltre 278 milioni. Ma si auspica che con il Piano Città lanciato al Governo gli interventi possano moltiplicarsi a patto però che si attivi una produttiva collaborazione tra enti pubblici e imprenditori privati.
La nota dolente riguarda, in particolare, le ristrutturazioni edilizie. La riduzione, in questo segmento del comparto, si può leggere anche da un altro punto di vista: ossia l'enorme numero di nuove abitazioni costruite in Sardegna tra il 2002 e il 2011 (circa 11mila ogni anno), anche se resta il 45% delle case con più di 45 anni. Tiene, invece, anche in regione la crescita rilevante dal 2007 al 2010 delle domande di agevolazione fiscale per interventi di riqualificazione energetica: sono passate da poco più di 3.500 a più di 6.600 in soli quattro anni, utili per attivare interventi per oltre 51 milioni (contro i 22 del 2007) e per conseguire un risparmio energetico di 23 Gwh l’anno, contro i 15 del 2007.
«Per puntare sulle rinnovabili - dichiarano Francesco Porcu e Giancarlo Lilliu, segretario e vice presidente vicario della federazione delle costruzioni – occorre però offrire un quadro normativo certo alle imprese e a quanti investono nel settore. Purtroppo i due decreti ministeriali che definiscono i nuovi incentivi per il fotovoltaico, cosiddetto V° conto energia e per le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, presentano pesanti criticità per lo sviluppo del settore, limitano la durata degli incentivi, introducono tetti massimi di spesa, non semplificano le procedure burocratiche e infine presentano meccanismi di prenotazione degli incentivi che penalizzano i piccoli impianti».