S.A.
14 agosto 2012
«Acquacoltura sarda uccisa dalla Regione»
Una normativa poco chiara e le richieste del comparto bloccate da mesi in Commissione Agricoltura: l´appello di Mauro Manca di Impresapesca Coldiretti al consiglio regionale

ALGHERO - «Il disinteresse del Consiglio Regionale, l'inefficienza delle Agenzie Regionali (Argea in primis) e le difficoltà operative dell'ufficio Pesca stanno condannando l'acquacoltura sarda alla morte». A fare un amaro bilancio sul settore è Mauro Manca, di Impresapesca Coldiretti che non esclude la chiusura degli impianti in mancanza di una normativa chiara in materia di concessioni demaniali marittime.
Le pressanti richieste degli operatori non sono mancate all'esecutivo regionale dove la questione è bloccata in Commissione Agricoltura da mesi, e «senza la quale è impossibile procedere ai rinnovi degli atti concessori». «In questo senso la nostra associazione - dice Manca - in accordo con gli operatori interessati ha proposto agli assessorati regionali dell'Agricoltura e del Demanio una proposta organica di definizione di un piano di sviluppo della aquacoltura in Sardegna ad oggi mai preso in considerazione dagli stessi».
A rischio 150 posti di lavoro e «un settore con una richiesta di ben oltre dieci volte rispetto alle produzioni attuali». Per questo Manca lancia un appello in nome della categoria al Consiglio Regionale: «affinché approvino un provvedimento d'urgenza che metta al riparo gli operatori dai rischi di questa situazione di vacatio che impedisce di poter accedere ai fondi comunitari ed ostacola l'accesso al credito portando alla chiusura le aziende».
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