Chiaro l´appello che le associazioni ambientaliste Wwf, Lipu e Codacons lanciano a Sindaco e Parco: “non facciamoci scippare i terreni pubblici intorno alla laguna del Calich”. Il documento integrale
ALGHERO - Probabilmente, a proposito del Parco Regionale di Porto Conte, molti non sanno che solo i 97 ettari dello specchio acqueo della laguna del Calich ne fanno parte mentre restano esclusi i terreni (pubblici o privati) contigui. Questo fatto, insieme all’esclusione dei terreni appoderati presenti tra Santa Maria la Palma e Capo Caccia, fu votata nel 1999 dal Consiglio Comunale, che deliberò all’unanimità parere favorevole all’istituzione del parco regionale, ma con questa “clausola di esclusione”. Nei giorni convulsi che precedettero il voto definitivo in Consiglio regionale, circolarono cartografie “strane” o meglio prive del promontorio di Capo Caccia che restava fuori dal parco.
Le associazioni ambientaliste scrissero al Presidente della V commissione del Consiglio Regionale (che predisponeva la proposta di legge da presentare al Consiglio regionale per la votazione definitiva) per denunciare l’anomalia. A quel punto il “Capo” del parco fece la sua comparsa in cartografia. I “dietrologisti” dell’epoca ipotizzarono che si volessero tenere fuori dal parco le grotte di Nettuno, ma questa è fantapolitica seppur, si sa, a pensar male, si azzecca. Questo è il passato. Ora la situazione, nella distrazione generale della politica locale impegnata nella “verifica della verifica”, si presenta in questi termini: l’agenzia di proprietà della Regione Sarda Laore (già Ersat), si libera di circa 20 ettari di terreni pubblici intorno alla laguna del Calich. In questa vicenda il comune di Alghero potrebbe giocare un ruolo attivo per acquisirli senza spendere un euro: deve farne richiesta. In questo senso si inseriscono le associazioni ambientaliste Wwf, Lipu e Codacons con una lettera-appello alle Istituzioni: “non facciamoci scippare i terreni pubblici intorno alla laguna del Calich”.
I rappresentati delle tre associazioni ambientaliste chiedono al Sindaco Stefano Lubrano (che è anche il Presidente del Parco), al Direttore dello stesso Ente Vittorio Gazzale e all’Assessore All’ambiente Chiara Rosnati che si attivino immediatamente presso l’Agenzia regionale Laore per l’acquisizione dei terreni per inserirli nel territorio del Parco Regionale di Porto Conte da destinare ad attività di rinaturalizzazione e fruizione pubblica. Ma si potrebbero anche utilizzare – scrivono i rappresentanti delle associazioni ambientaliste - per sversarvi parte dei 7/8 milioni dei metri cubi annui di reflui provenienti dal depuratore di San Marco, perchè non vanno trascurate le criticità della laguna delle quali ci si ricorda solo d’estate quando compare la marea gialla nella rada di Alghero.
Un altro aspetto - per nulla secondario - se non ci si vuole trovare in situazioni analoghe a quella dell’occupazione abusiva di pochi a danno della comunità come nel noto caso di Mamuntanas, Sorigheddu o della tenuta Mariani di Bonorva, è sempre contenuto nella denuncia delle associazione ambientaliste: il pascolo abusivo. Scrivono Wwf, Lipu e Codacons in modo chiaro ed esplicito: “risulta che in aree intorno alla laguna del Calich di proprietà dell’Agenzia Laore, si svolga attività di pascolo abusivo, pertanto si chiede, di intensificare il controllo del territorio finalizzato alla repressione di dette attività illecite che potrebbero arrecare gravi danni alla nidificazione dell’avifauna selvatica e alla vegetazione palustre”. Nella logica della denuncia del Wwf, della Lipu e del Codacons tutti devono sapere, nessuno deve ignorare la vicenda, tutti i rappresentati delle Istituzioni devono svolgere il proprio doveroso ruolo. Senza tentennamenti. Le istituzioni battano un colpo, quello giusto per raggiungere l’obiettivo del pubblico interesse. |
DOCUMENTO
Nella foto: il Calich di Alghero