Carmelo Spada
18 febbraio 2013
Politiche 2013: quale Scuola eleggere
La cultura e l’istruzione per le nuove generazioni ha il sapore di una vaga e incerta promessa di cittadinanza. Ecco le diverse proposte dei partiti che si candidano a governare la nazione

SASSARI - Una scuola di qualità ha come obiettivo quello di accompagnare i futuri cittadini nel percorso di crescita, ponendo gli studenti al centro della sua azione e nel rispetto dell´art. 34 della Costituzione che è opportuno ricordare “La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”. Nei dibattiti elettorali di scuola si è parlato poco e non si sono sentite neppure le promesse vaghe o favolose per riduzione/abolizione/restituzione di Imu etc. La cultura e l’istruzione per le nuove generazioni ha il sapore di una vaga e incerta promessa di cittadinanza. Ecco le diverse proposte dei partiti che si candidano a governare la nazione.
Per “Fratelli d Italia” le proposte prevedono “Costruire il futuro partendo da scuola e università”. Si propone di razionalizzare gli investimenti e impiegarli per la formazione costante dei docenti e per la sicurezza degli istituti scolastici, immaginati come poli aggregativi per il territorio sempre aperti. Conseguimento dei titoli professionali, rafforzare il legame tra sistema formativo e impresa e rivalutare la cultura umanistica. Inoltre meritocrazia, valutazione, trasparenza, qualità e innovazione; autonomia amministrativa e finanziaria delle istituzioni scolastiche. Progressione della carriera del personale docente. Istituzione del Fondo per il prestito d’onore.
Programma dettagliato quello di Sinistra Ecologia e Libertà racchiuso nei “Quaderni della scuola”, si parte con un excursus sulla gestione del governo Berlusconi-Gelmini-Tremonti: dai tagli, mascherati da riforme epocali, ai precari, agli edifici fatiscenti. Le proposte: equiparare il Pil nazionale a quello della media europea; prevedere il tempo pieno, lotta alla dispersione scolastica (ormai supera il 20%), obbligo fino a 18 anni. Organi collegiali democratici, edilizia scolastica, piano pluriennale di immissione in ruolo dei precari, regole certe di reclutamento, aggiornamento dei docenti, nuovi nidi pubblici per almeno il 30% dei bambini fino a tre anni, unificazione dei cicli liceali e tecnico-professionali (biennio comune), valutazione delle scuole affidata ad un ente autonomo; diritto allo studio, borse di studio, forme di reddito indiretto. In pratica Sel intenderebbe ripartire da dove si è fermato l’ex ministro Tullio De Mauro e riprendere in esame il “Quaderno bianco sulla scuola” del 2006 e che rimane l’unico studio serio sulla nostra Istruzione. Sostanzialmente coincide con il programma del Partito democratico.
Monotematico è il programma della Lega Nord: “La Lega Nord si batte da sempre per l’abolizione del valore legale del titolo di studio”. Per la Lega “ai fini di un concorso pubblico, una laurea conseguita a Venezia piuttosto che a Catania è del tutto equivalente. Non sono equivalenti la qualità della preparazione, il rigore degli studi e la serietà degli esami. Ne consegue che le votazioni di laurea degli studenti iscritti agli atenei del Sud sono molto più elevate di quelle ottenute dai loro colleghi che studiano nelle università del Nord”. Sostiene la Lega che nei concorsi pubblici si favorisce chi ha le votazioni più alte, pertanto i vincitori sono quasi sempre meridionali.
Altrettanto brevi le proposte di “Fare per fermare il declino” di Oscar Giannino. “Occorre trovare le risorse per spendere di più in educazione e ricerca, ma spendere meglio e più efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo. Va abolito il valore legale del titolo di studio.
E’ Sintetico il programma di “Rivoluzione civile” di Ingroia. “Affermiamo il valore universale della scuola pubblica. Vogliamo garantire a tutti l’accesso ai saperi, portare l’obbligo scolastico a 18 anni e si devono ritirate le riforme Gelmini e il blocco degli organici. Accantonare definitivamente qualsiasi progetto di privatizzazione del sistema di istruzione e stabilizzare il personale precario. Libero accesso a Internet, gratuito per le giovani generazioni e la banda larga diffusa in tutto il Paese”.
“Scelta civica per Monti” ritiene che “Bisogna prendere sul serio l’istruzione, la formazione professionale e la ricerca”, partendo da un grado di istruzione adeguato e competenze appropriate. E’ necessario motivare gli insegnanti riconoscendone il contributo, investendo sulla qualità. Autonomia delle scuole, responsabilità, completare e rafforzare il nuovo sistema di valutazione centrato su Invalsi e Indire. Incentivazione dei dirigenti scolastici e degli insegnanti (attraverso un premio economico), ridurre il tasso di abbandono e un servizio di orientamento scolastico e professionale. Promuovere l’edilizia scolastica.
Il Popolo della Libertà presenta 13 punti contenuti nel paragrafo “Scuola, università e ricerca”, altri tre sono inseriti nel paragrafo “Famiglia”. Si inizia col prestito d’onore – credito allo studio e si continua con: “autonomia delle scuole nella scelta degli insegnanti, negli organici e nella gestione efficiente dell’offerta scolastica e formativa”: punto centrale della proposta del partito di Berlusconi, oggetto principale degli scioperi degli studenti e dei docenti nell’autunno scorso. Prevede la valutazione di scuole, docenti e università al fine di favorire la meritocrazia; rapporto scuola-impresa anche sostenendo i percorsi di formazione professionale; inizio del percorso educativo a 5 anni; valorizzazione dell’inglese; piano di sviluppo degli asili nido; buono (o credito di imposta) per scuola e università per favorire libertà di scelta educativa delle famiglie. In altre parole via libera alle scuole paritarie infatti si propone di rendere totalmente detraibili dall’imponibile fiscale le spese per l’educazione e l’istruzione dei figli.
Il Movimento 5 stelle prevede l’abolizione della legge Gelmini; diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole e quindi graduale abolizione dei libri stampati. Insegnamento obbligatorio della lingua inglese dall’asilo; abolizione del valore legale dei titoli di studio; risorse finanziarie dello Stato erogate solo alla scuola pubblica, in netta opposizione a quanto propone il Pdl; insegnamento gratuito della lingua italiana per gli stranieri.
Il Partito democratico nelle sue proposte parte da un principio: istruzione, formazione e ricerca sono settori per i quali è fondamentale investire. In 18 pagine sono elencate le proposte di Bersani che sostiene “la scuola non ha bisogno di grandi riforme, ha bisogno di certezze, stabilità e soprattutto di fiducia”. Si propone l’investimento almeno al livello medio dei Paesi Ocse (6% del Pil), scuole aperte tutto il giorno, promuovere una “costituente per la scuola”, autonomia scolastica, organico funzionale (dotazione di personale sia docente sia Ata) stabile per almeno un triennio ad ogni scuola, pensionare i docenti (Quota 96) per sistemare i precari, estendere la rete di asili nido e raggiungere l'obiettivo del 33% di copertura; tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze (sostituzione dell’attuale maestro unico); attività di formazione in servizio per i docenti; insegnanti specializzati nella didattica per quella specifica classe di età; rilanciare l’Istruzione Tecnica e Professionale; valutazione con l‟istituzione di un unico Istituto Nazionale per la Valutazione e la Ricerca Educativa. In pratica, nel programma del Pd sulla scuola, è fatta un’analisi dettagliata di tutti i punti di debolezza dell’attuale sistema, proponendone per ciascuno la soluzione. Il solo problema che rimane aperto è quello del reperimento delle risorse.
Foto d'archivio
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