P.P.
11 aprile 2013
Frutta fresca nelle scuole sarde
L´iniziativa prevede la distribuzione di frutta di qualità, nell´orario della merenda ai bambini che frequentano la scuola primaria/elementare. Per Cherchi «Idea buona ma serve rispetto per le imprese sarde»

CAGLIARI - Resteranno aperti fino al 10 maggio i termini per l’adesione al programma europeo coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali “Frutta nelle scuole”, per l’anno scolastico 2013/2014. Il Programma prevede la distribuzione, nell’orario della merenda, di frutta e verdura di qualità, intera o porzionata, di produzione esclusivamente italiana, pronta ad essere consumata, ed è volta ad incentivare il consumo di frutta e verdura tra i bambini in età scolare dai 6 agli 11 anni, che frequentano la scuola primaria/elementare.
«E’ un iniziativa importante – commenta l’assessore dell’agricoltura Oscar Cherchi – che condivido, ma avrei preferito che il bando per la fornitura della frutta nell’isola fosse stato riservato alle sole imprese agricole sarde. Senza scavalcare le regole che impongono che i bandi debbano essere aperti a tutte le imprese italiane, avrei gradito che il Ministero avesse tenuto in considerazione la nostra condizione di insularità che ci impedisce di essere concorrenziali sul prezzo, ne avrebbe guadagnato la freschezza delle merci grazie alla cosiddetta filiera corta».
«Sarà questo un motivo per reclamare in occasione della prossima Conferenza Stato-Regioni, anche se il progetto si fonda su basi decisamente condivisibili perché hanno come obbiettivo quello di insegnare ai nostri ragazzi ad alimentarsi correttamente» conclude Cherchi. Per il prossimo anno scolastico la Commissione Europea ha previsto di coinvolgere nel programma poco meno di 30.000 studenti sardi.
Il programma europeo “Frutta nelle scuole”, introdotto dal regolamento (CE) n.1234 del Consiglio del 22 ottobre 2007 e dal regolamento (CE) n. 288 della Commissione del 7 aprile 2009 è finalizzato ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini e ad attuare iniziative che supportino più corrette abitudini alimentari e una nutrizione maggiormente equilibrata, nella fase in cui si formano le loro abitudini alimentari.
Foto d'archivio
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