Stefano Idili
28 luglio 2005
Poveri e senza idee: la guerra del Mercatino degli Ambulanti ad Alghero
E’ palese che non possa essere il posizionamento di poche bancherelle di “ex hippies” a salvare la vita commerciale della città. Tutto questo in una situazione normale avrebbe creato i presupposti per una normale, leale e fruttuosa concorrenza degli operatori commerciali

ALGHERO – L’ancora di salvataggio per il commercio algherese? Il Mercatino degli Ambulanti. Per anni questi operatori “di strada” sono stati appellati e discriminati da politici, opinione pubblica e informazione. E’ stato delegittimato il loro operato e più volte sono intervenute le forze dell’ordine, in quell’area, per bloccare il disordine delle licenze commerciali e anche per limitare la musica di alcuni locali. Proteste scritte sui quotidiani si sono potute leggere puntualmente ogni anno, a stagione estiva iniziata, sul caos del Lungomare Dante e sull’impossibilità di trascorre delle vacanze riposanti e rilassanti da parte di turisti e algheresi. Ma adesso incredibilmente tutto è cambiato. Amministratori vecchi e nuovi ritengono oramai essenziale un ritorno, dei commercianti senza fissa dimora, nella loro sede iniziale. Un ritorno nel Lungomare Dante, dove era stato deciso, anni addietro, che venisse situato per dare un po’ più di vita ad una aerea della città poco frequentata. Ovviamente sono state fulminee le proteste di coloro che, operando in via Vittorio Emanuele, senza richieste o proteste ufficiali, si sono trovati con un radicale ed improvviso aumento del volume d’affari derivante dal nuovo posizionamento degli ambulanti. Ma tutto ciò è piuttosto disarmante e avvilente per una città dove il turismo è il comparto che alimenta tutte le attività commerciali. E’ palese che non possa essere il posizionamento di poche bancherelle di “ex hippies” a salvare la vita commerciale della città. Tutto questo in una situazione normale avrebbe creato i presupposti per una normale, leale e fruttuosa concorrenza. Non viviamo nell’era del liberismo più sfrenato? Non siamo stati tutti, chi più chi meno, affascinati da chi propaganda da anni che l’assistenzialismo è il diavolo? L’organizzazione, la programmazione, il coordinamento e soprattutto una forte, ma leale, concorrenza sono argomentazioni sconosciute agli algheresi. Se in un’area della città si è deciso che deve svilupparsi il commercio ambulante, in un’altra dovranno esserci delle mostre, in un’altra ancora dei concerti, e poi dei disco-bar, delle sfilate, delle presentazioni di libri, un cinema all’aperto, etc, etc. Un’offerta culturale e commerciale ampia e diversificata, che possa effettivamente rendere una città turistica degna di tale appellativo, non solo a parole. «Un operatore, a priori, non ha nessun diritto di ottenere dell’intrattenimento urbano», afferma Massimo Cadeddu, presidente della sezione locale della Confcommercio, intervenuto sulla questione dell’estate, «non può e non deve essere solo il commercio ambulante ad essere considerato utile per creare i presupposti per una buona risuscita commerciale degli esercizi». Per Cadeddu le decisioni tardive e prive di programmazione non hanno aiutato a risolvere i problemi «questi provvedimenti “tampone” hanno creato i presupposti per legittimare un comportamento di protesta da parte di alcuni operatori». Le parole del responsabile dell’associazione di categoria dovrebbero dare fiducia. Si spera che per una volta si mettano da parte i diffusi interessi privati che non fanno altro che generare una sanguinosa guerra tra poveri e che, definitivamente, si pianifichi per la città catalana un ampia offerta di arte, cultura e sport.
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