Occhi puntati da parte dell´Unione Europea sul cantiere edilizio sulle dune di Badesi. La Commissione contatterà le autorità italiane per ottenere chiarimenti in merito all´applicazione delle direttive sulla valutazione d´impatto ambientale
BADESI - E’ giunta la prima risposta all’interrogazione parlamentare che lo scorso 24 aprile 2013, l’on.
Andrea Zanoni, deputato europeo ecologista indipendente (gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa), aveva presentato alla Commissione europea riguardo il cantiere edilizio con lavori in corso situato presso le dune di Badesi (OT), a breve distanza dal mare e in assenza di positiva conclusione delle prescritte valutazioni ambientali preventive e vincolanti: il Commissario Ue all'Ambiente Janez Potočnik ha affermato che “la Commissione contatterà le autorità italiane per ottenere chiarimenti in merito all'applicazione delle direttive 2011/92/UE sulla Valutazione d'Impatto Ambientale e 92/43/CEE Habitat al progetto edilizio”.
Anche l’Unione europea chiede conto del cantiere aperto in ambiente dunale. In precedenza e sulla medesima attività edilizia in odore d’illegittimità, nei giorni scorsi l’on Nicola Bianchi (primo firmatario), insieme agli on.li Vallascas, Pinna, Cristian Iannuzzi, Corda, Busto, Tofalo (MoVimento 5 Stelle), aveva presentato l’interrogazione parlamentare n. 4-00717 del 6 giugno 2013, mentre l’11 giugno 2013 erano stati i senatori Serra, Cotti, Nugnes, Lucidi, Martelli, Moronese, Cioffi, Blundo, Scibona, Ciampolillo, Gaetti, Gambaro, Mussini, Petrocelli, Morra, Cappelletti, Pepe, Orellana, Donno, Romani Maurizio (MoVimento 5 Stelle) a presentare l’interrogazione parlamentare n. 4-00341.
Al Consiglio regionale sardo, il 15 maggio 2013, era stata l’on. Claudia Zuncheddu (prima firmataria), insieme agli on.li Daniele Secondo Cocco, Carlo Sechi e Giorgio Cugusi (Gruppo Sel sinistra ecologia libertà) - Sardigna Libera), a presentare l’interrogazione n. 1119/A. In proposito sono state numerose le richieste di informazioni ambientali e di opportuni interventi inoltrate alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico a partire dall’agosto 2011, dalle quali è emersa una situazione di dubbia legittimità del cantiere a due passi dal mare gallurese.