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Antonio Manunta 17 agosto 2013
L'opinione di Antonio Manunta
EOn e Cina alla conquista di Fiume Santo
<i>EOn e Cina alla conquista di Fiume Santo</i>

L'entusiasmo manifestato dalla politica locale e regionale circa il protocollo d'intesa con la società cinese China Environmental Holding è figlio dell'approssimazione della quale soffre il sistema italiano, sardo e turritano in particolare, tranne rare eccezioni. E' obbligatorio quindi fare alcune considerazioni per avere elementi maggiori di comprensione partendo dal dato che il 1° trim. 2013 ha registrato un'ulteriore contrazione della domanda energetica del 4% con conseguente e progressiva riduzione della produzione di energia elettrica, confermando la frenata nella costruzione/riconversione degli impianti e la chiusura o ridimensionamento di centrali in tutta Italia. Sono esattamente i motivi che, sommati alla non redditività di un'operazione economica di rinnovamento dell'impianto, hanno fatto decidere alla E.On. di porre termine a questa esperienza sarda, nonostante il lassismo dei controlli anti-inquinamento e l'ottimismo manifestato nei precedenti accordi.

Invece, contrariamente al trend italiano, ecco che in Sardegna si affaccia la società d'investimenti energetici cinese China Environmental Holding, della cui operatività in Europa si conosce solo un contratto preliminare con la Serbia per un investimento similare ( non realizzato) e che si è approcciata alle istituzioni politiche sarde tramite la Nord Sardegna Energia srl, società della quale non esiste traccia antecedente a questo avvenimento. E' elemento trascurabile questo? Altra considerazione da fare è che, mentre si dibatte e si agisce con sofferenza sulle bonifiche, chimica verde ed energie alternative si vuole permettere la costruzione di una centrale a carbone, con relativa emissione di fumi, polveri sottili e microinquinanti nell'atmosfera e loro ricaduta sul suolo nel raggio di decine di chilometri, da sommare all'inquinamento di terreni e falde acquifere su una zona stimata in centinaia di kmq. e proprio nel sito dove si cerca di lanciare con gran fatica l'opzione economica Asinara.

E' credibile che un big-investor cinese abituato alle redditività e alle libertà d'azione in campo ambientale in Africa, Asia, Sud America venga a cercare redditività nel cavilloso ed impossibile sistema operativo, normativo e giudiziario italiano? Non vorranno imporre le loro metodologie dove all'ultimo posto viene il rispetto di persone, ambiente ed animali? La società tedesca E.On con criteri e condotte europee è sostituibile con una sconosciuta società cinese? In Italia ci sono stati molti tentativi di ingresso di capitali e finanze cinesi per strutture portuali ed aeroportuali finalizzati alla commercializzazione della super produzione cinese, ma tutti hanno fallito poiché si voleva importare e/o adottare anche metodologie e forza lavoro di quella matrice. Dov'è il trucco nel nostro caso? E cosa ne gioverebbe Porto Torres se le compensazioni per le servitù vengono incassate dal Comune di Sassari essendo Fiume Santo nel loro territorio amministrativo? Perchè la concordia raggiunta dalla quasi totalità di forze politiche, imprenditoriali e sindacali ad un livello di quasi cecità, non viene emulata per allentare qualche laccio e lacciuolo normativo nell'ambito del Parco dell'Asinara, magari predisponendo un water front costiero fronte Asinara, da Porto Torres a Stintino, e mi permetto di indicare alternative di economia sostenibile non mono-cultura e quindi con frammentazione del rischio grazie alla diversità dell'offerta.

E parlo di serre, oceanario, centro congressi internazionale, polo fieristico e logistica legata a nautica, cantieristica navale, centri benessere, cittadella dello sport per avvenimenti nazionali ed internazionali, un comprensorio agricolo, faunistico e di piccolo allevamento, attività artigianali, didattica legata al mare e al parco in accordo con l'associazione dei comuni, iniziative di micro-imprenditorialità per sfruttamento traffico croceristico e passeggeri, logistica specializzata, taxi, autopullman, traduzioni, accompagnatori, formazione guide, servizi di lavoro connessi alla ricezione alberghiera e della ristorazione, attività artistiche, servizi alla persona, iniziative di pesca-turismo, escursioni, strutture per ricezione turistica, soggiorni di vacanza e di soggiorno residenziale, residenze terapeutiche, di benessere, mediche, di accoglimento turistico. Tutto questo non è in grado di farlo il pubblico per carenza di fondi e soprattutto per impostazione di sistema. Sta quindi alla politica incentivare e agevolare l'iniziativa privata nel rispetto di un'economia ecosostenibile.



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