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Pierpaola Pisanu 22 maggio 2006
Dodici giovani biologi per il Parco di Porto Conte
Il Parco di Porto Conte si forma in casa i suoi esperti. E’ agli sgoccioli un importante corso formativo organizzato dall’ente parco per dodici giovani biologi candidati a diventare tecnici della progettazione di sentieristica terrestre e subacquea. Per loro si apre l’opportunità di collaborare alla progettualità degli itinerari di Porto Conte
Dodici giovani biologi per il Parco di Porto Conte

ALGHERO - Magari ci speravano. Ma nessuno tra questi giovani studenti avrebbe immaginato a fine corso di avere la possibilità di partecipare alla progettazione di itinerari del Parco di Porto Conte. Il presidente Antonio Camerada sabato mattina nel salone di via Mazzini, ha comunicato a coloro che hanno seguito uno specifico corso di formazione professionale, che la Regione Sardegna ha messo a bando dei nuovi finanziamenti per le riserve naturalistiche e ha invitato gli allievi a presentare delle proposte per avviare una collaborazione con l’ente Parco: «Lascio spazio alle vostre idee. Entro il 19 giugno dobbiamo proporre azioni concrete e credo che il vostro aiuto sarà prezioso», ha detto Camerada al gruppo costituito da una dozzina di giovani, quasi tutti già laureati in scienze naturali o biologiche, candidati a ricoprire il ruolo di “Tecnico per la progettazione e gestione di sentieristica terrestre e subacquea”. Riuscire a formare questa figura specializzata è infatti l’obbiettivo del corso di 700 ore ormai agli sgoccioli, organizzato dall’Azienda speciale Parco di Porto Conte e finanziato dall’assessorato regionale al Lavoro. Per buona parte si è svolto presso il centro di formazione professionale di Sassari e ha collaborato un valido pool di docenti e la Federazione Italiana Escursionisti. Sono state approfondite materie di base come la botanica, la geologia, e la biologia marina. Gli allievi sono stati preparati sulle metodologie per sfruttare a fini turistici il territorio, realizzando sentieri escursionistici in linea con le finalità dell’area protetta. Itinerari non solo terrestri ma anche sottomarini. Gli studenti hanno simulato un intero percorso di archeologia subacquea con tanto di finti reperti opportunamente indicati e sono stati istruiti su come consentire la fruizione di tali sentieri anche ai diversamente abili. Molte ore sono state dedicate a lezioni su come gestire in sicurezza un’immersione ricreativa con persone non vedenti o paraplegiche. Importante per gli studenti l’esperienza sul campo. Zaino in spalla, bussola, carta e binocolo gli allievi sono andati concretamente alla scoperta degli angoli più nascosti del Parco di Porto Conte. La formazione si è conclusa con uno stage presso il Parco dell’arcipelago toscano.

nella foto il percorso archeologico sottomarino realizzato dagli allievi



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