S.A.
13 marzo 2015
Caso Accise: la Consulta boccia la Sardegna
Bocciata dalla Corte Costituzionale la norma sulle accise per i carburanti contenuta nella Finanziaria 2014 che includeva tra le entrate spettanti alla Sardegna anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti

CAGLIARI - Bocciata dalla Corte Costituzionale la norma sulle accise per i carburanti contenuta nella Finanziaria 2014 che includeva tra le entrate spettanti alla Sardegna anche le imposte di fabbricazione su tutti i prodotti «generate nel territorio regionale anche se riscosse nel restante territorio dello Stato». Una prescrizione voluta dall'allora Giunta Cappellacci, sostenuta dai Riformatori - che hanno chiesto invano di costituirsi in giudizio davanti alla Consulta - e impugnata dal Governo.
Secondo i giudici costituzionale, la prescrizione non solo è in contrasto con l'articolo 8 dello Statuto autonomistico ma la Regione «non può vantare alcun diritto di compartecipazione al gettito delle accise riscosse dallo Stato se riferibili a prodotti che, pur realizzati o importati all'origine nel territorio sardo, nondimeno siano stati successivamente immessi in consumo al di fuori dello stesso; di contro, concorrono certamente a tale riparto i prodotti fabbricati altrove, ma immessi in consumo in Sardegna».
Questa fattispecie tributaria - spiega la Consulta - «può dirsi matura solo quando giunge a perfezionamento e l'imposta diviene quindi liquida ed esigibile; nel caso delle accise, come già visto, i momenti della liquidazione e della conseguente esigibilità del tributo coincidono con quello dell'immissione in consumo. Quindi, il comma 2 dell'art. 8 dello Statuto sardo può riguardare solamente fattispecie tributarie la cui condizione di esigibilità si verifichi pienamente nel territorio della Sardegna, sebbene la riscossione dei relativi tributi avvenga, per motivi derivanti dalla loro peculiare struttura, in diversa Regione».
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