I rincari dei ticket per la visita a grotte di Nettuno e musei generano un polverone impressionante ad Alghero e mandano in frantumi i rapporti tra amministrazione, vertici della Fondazione, albergatori consorziati e politici. Delogu ribatte piccato ai vertici di Porta Terra
ALGHERO - «Non è mio costume farmi trascinare in polemiche e discussioni inutili e di mediocre lignaggio ma nel leggere la nota stampa del "vertice" della fondazione non posso esimermi nel manifestare una forte preoccupazione per le sorti della Fondazione Alghero e della confusione che pervade il suo management e l’amministrazione comunale stessa. Cercare di mascherare e giustificare un aumento dei prezzi della Grotta di Nettuno (da 14 a 18 euro) e dei musei e siti archeologici (addirittura del 40%) senza nessuna concertazione con gli operatori turistici e in piena stagione turistica con motivazioni e calcoli pseudo aritmetici malamente inventati certamente non danno una buona immagine dell'ente stesso. Così come l'ignavia di sindaco e giunta che sposano interamente questa visione lascia ancora più preoccupati sulla mancanza di una qualsiasi visione strategica se non quella di cercare di fare “cassa” sulle spalle degli ospiti della nostra città».
Andrea Delogu, segretario cittadino di Forza Italia e negli ultimi anni a capo del Cda della Fondazione Alghero, ribatte pesantemente alle dichiarazioni
Porcu, Fiori e Finetti, fino a metterli spalle al muro: «dovrebbe far riflettere e occorrerebbe trarne delle conseguenze, il fatto di inventarsi un disavanzo economico del 2023 a giustificazione dell'aumento delle tariffe a ulteriore dimostrazione dell'incapacità, purtroppo, di leggere un bilancio, Bilancio della Fondazione che da quanto mi consta, a partire dal 2020 ha sempre chiuso in utile e mai in disavanzo, 2024 compreso».
Infine, per completezza: «l'Alghero Ticket - ricorda Andrea Delogu - ha preso avvio nel 2020 (e non nel 2021 come qualche distratto esponente politico ha recentemente affermato), riprendendo un vecchio progetto nato nel 2011 con l’amministrazione a guida Tedde, perché si voleva dare un forte segnale post pandemia, con uno strumento in grado di rilanciare il sistema culturale, gravemente sofferente a causa delle limitazioni imposte a causa del Covid e fu una tariffa di nuova istituzione che, ed è lapalissiano, non poteva essere deliberata prima. Per il resto mai si è andato contro il regolamento che prevede che per i servizi a domanda individuale il termine sia del 31 ottobre dell'anno precedente alla loro entrata in vigore».