Dopo la visita del ministro Galletti, l´appello dei consiglieri regionali di Riformatori e Forza Italia per scongiurare la possibilità che l´isola diventi il sito unico per il deposito delle scorie nucleari
CAGLIARI - «Da parte del ministro Galletti abbiamo assistito al consueto balbettio finto-rassicurante sulla scelta del sito che dovrà ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari, condito da argomentazioni spericolate come quella secondo cui la Sardegna non sarebbe la scelta naturale a causa delle difficoltà nei trasporti» ha dichiarato il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, commentando le parole pronunciate stamani a Cagliari dal Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti [
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«Dal Ministro, però, sono mancate le uniche parole che i sardi si aspettavano di sentire - ha aggiunto Dedoni - vale a dire che il Governo non ha mai preso in considerazione la Sardegna in ottemperanza al pronunciamento degli elettori nel referendum consultivo del 1992, il cui esito avrebbe dovuto sancire l’esclusione a priori della nostra Isola da qualsiasi procedura di scelta del sito deputato ad ospitare il deposito».
«Il Governo non mortifichi le speranze di sviluppo della Sardegna, scegliendo l’Isola come sito unico per il deposito delle scorie nucleari». E’ l’appello del consigliere regionale di Forza Italia Edoardo Tocco sul possibile arrivo dei residui nel territorio sardo. Un richiamo che l’esponente degli azzurri ha ribadito il giorno della visita del ministro dell’ambiente per partecipare al convegno su “Tutela dell’ambiente e sviluppo sostenibile”. «Il centrosinistra che presenta una mozione contro il possibile arrivo delle scorie in Sardegna – prosegue l’esponente forzista – è un segnale che l’intero popolo sardo dovrebbe reagire a questo schiaffo conducendo una battaglia unitaria. La nostra Isola non merita di essere oltraggiata con l’arrivo di questi rifiuti, condannando la Sardegna a diventare l’immondezzaio d’Italia. Ricordiamo anche che i sardi si sono pronunciati con un referendum contro questa possibile scelta del Governo».
Nella foto: Attilio Dedoni