Paolo Truzzu
16 aprile 2015
L'opinione di Paolo Truzzu
E.On l´industria corsara in Sardegna
Gli arresti dei dirigenti dell’E.On di Porto Torres servano a dire finalmente basta a un modello di sviluppo corsaro di cui la Sardegna è stata vittima per troppo tempo. Nella scorsa legislatura, l’allora assessore dell’Industria, Antonello Liori, aveva denunciato più volte, anche con una dura lettera, il comportamento poco trasparente e ancor meno collaborativo dei vertici della centrale.
A Fiume Santo si fatturavano utili per oltre 100 milioni di euro in un anno, ma si licenziavano gli operai sardi e non si faceva chiarezza né sui futuri investimenti, né sulla dismissione degli impianti più obsoleti e gravemente inquinanti. Fermo restando la speranza che i dirigenti E.On coinvolti possano dimostrare la loro estraneità ai fatti contestati, rimane pur sempre intollerabile l’atteggiamento che l’azienda ha mantenuto negli anni.
È proprio questo modello di sviluppo, basato su una mentalità corsara che spreme l’Isola senza restituire nulla, né in termini occupazionali, né di tutela e salvaguardia del territorio, che va combattuto e contrastato. La vicenda di Fiume Santo, con i suoi strascichi giudiziari, serva dunque da monito sia a chi vuole investire nell’isola, ma anche alla politica stessa. Senza industria non c’è possibilità di crescita, ma l’industria deve essere di qualità, finalizzata ad esaltare le specificità territoriali. Solo così sarà una vera opportunità di sviluppo, invece che disoccupazione e nuovo inquinamento per la Sardegna
*Consigliere regionale Fratelli d'Italia-An
|