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S.I.
5 maggio 2015
«Orientamento scolastico in Sardegna da rifondare»
«Intendiamo rifondare le politiche di orientamento dell’Ateneo, promuovendo ciò che facciamo: è fondamentale che i ragazzi capiscano ciò che offre l’Università, non soltanto in termini di corsi di laurea, ma anche in termini di servizi, come laboratori, tirocini, opportunità di borse di studio, di soggiorni Erasmus».

CAGLIARI - «Intendiamo rifondare le politiche di orientamento dell’Ateneo, promuovendo ciò che facciamo: è fondamentale che i ragazzi capiscano ciò che offre l’Università, non soltanto in termini di corsi di laurea, ma anche in termini di servizi, come laboratori, tirocini, opportunità di borse di studio, di soggiorni Erasmus. Lavoreremo per attivare master professionalizzanti nelle aziende, attivando una maggiore interazione con il territorio. E poi i dottorati di ricerca, le scuole di specializzazione, insieme e modalità nuove di incontro e comunicazione con gli studenti, che passano anche attraverso i social media».
Lo ha detto il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, intervenendo questa mattina alla presentazione del nuovo Rapporto Cird, nell’Aula magna dell’ex facoltà di Economia. «Quando si parla di orientamento – ha proseguito - non si percepisce l’importanza della motivazione che sta alla base delle scelte. Il punto spesso è scoprirla o sollecitarla, partendo dai primi anni di scuola. Più si anticipa lo stimolo, più avrà successo la proposta di percorsi di alta formazione. Certamente non aiuta l’assenza in Sardegna, per esempio, di musei scientifici o artistici interattivi, che stimolerebbero moltissimo la motivazione nei più piccoli».
«E’ un mondo culturale che dobbiamo costruire – ha spiegato ancora il Rettore – Con l’aiuto della Regione dobbiamo impostare politiche che daranno risultati alla lunga. L’epigenetica ci dice che l’ambiente influenza moltissimo la persona: bene, l’Università è l’ambiente che dobbiamo far frequentare, aprendo le nostre lezioni e le nostre aule anche ai ragazzi più giovani. Solo così sarà possibile formare uno studente “aperto”, un cittadino di livello formativo importante».
La prof.ssa Del Zompo si è poi soffermata sui dati della Ricerca del Cird, che indicano che per una parte rilevante di studenti all’impegno universitario si affiancherà il lavoro. «Se lavorare è una scelta obbligata perché lo studente è il perno della famiglia, è un conto. Ma se andare all’Università è un lusso – ha detto – dobbiamo porci seriamente il problema”. Infine “sarebbe un errore gravissimo assecondare le politiche nazionali, che non tengono conto che – se chiude un ateneo – la società intera rallenta in modo esponenziale».
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