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Luciano Deriu 7 ottobre 2015
L'opinione di Luciano Deriu
Meglio non scherzare col fuoco
<i>Meglio non scherzare col fuoco</i>

Bisogna andare a vederlo il percorso del fuoco. Strada nera, priva di vita, processione di scheletri barcollanti. L’impressione è inquietante, e si rimane sgomenti a pensare quanto tempo ci vorrà per vedere la rinascita. È difficile valutare i tempi di recupero della funzionalità ecologica della natura attraversata dalle fiamme. Ma è certo che i tempi sono lunghi. Circa 100 anni per un bosco di alto fusto. Molto meno per i boschi cedui e i vari tipi della macchia mediterranea, le quali rispondono al fuoco in modo differente a seconda delle specie e della violenza del rogo. Ma i tempi non sono comunque inferiori a 10 anni. L’incendio di Alghero che due settimane fa ha devastato 15 ettari di territorio non è avvenuto per cause naturali, come è stato appurato. I roghi, quando non dipendono da irresponsabilità o distrazione, sono quasi tutti dolosi, ossia appiccati con l’intenzione di radere al suolo la vegetazione e trasformare il terreno per destinarlo ad altri usi.

Nel nostro territorio in parte sono spiegati con la tradizione agropastorale che considera il fuoco un mezzo per procurarsi nuovo pascolo o per rigenerare la fertilità del terreno. Nel resto dei casi, oggi assai più attuali, l’incendio doloso si lega quasi sempre a interessi speculativi legati all’edilizia. in alcune regioni l’incendio crea o conferma assunzioni di operai forestali precari. Non raramente, in alcune regioni del sud, è capitato che ad accendere un rogo siano stati proprio coloro che erano pagati per spegnerlo. Il rogo di Alghero ha evitato vittime e danni ai centri abitati. Questo perché negli ultimi anni la Sardegna ha aumentato le difese. Grazie a una campagna di sensibilizzazione e a una miglior organizzazione dell’apparato antincendio della Protezione civile, gli interventi sono stati tempestivi e sono riusciti ad evitare il peggio. Ma il danno in termini di beni e risorse paesaggistiche è stato enorme. Ed è ora è il momento di riflettere. Per prevenire la piaga degli incendi è necessario lavorare “a monte” con interventi integrati e continuativi. Una guerra contro gli incendiari che non può fermarsi in nessuna stagione dell’anno.

Intervento prioritario è quello di tagliare le gambe agli speculatori, dando concreta applicazione alla Legge Quadro 353 del 2000, strumento fondamentale che può contribuire a controllare il numero d’incendi dolosi collegati a interessi economici criminali. Si tratta specificatamente dell’obbligo di censire annualmente tutti i terreni percorsi dal fuoco attraverso la realizzazione di un apposito catasto, nel quale siano definite le aree in cui è vietata qualsiasi possibilità di edificazione, di esercitare la caccia e la pastorizia per 15 anni. I comuni costieri della Sardegna, come Alghero, assai attrattivi per gli speculatori, dovrebbero essere i più interessati a dare applicazione alla legge e sono invece i fanalini di coda nel redigere l’apposito catasto e mettere in pratica le misure di legge. Vincolando la destinazione d’uso di queste aree per 15 anni, si stroncano gli interessi di chi usa il fuoco per passare al cemento, per adibire aree al pascolo o fare affari con l’indotto del rimboschimento.

L’altro fronte di guerra è la cura e la manutenzione del territorio. La realizzazione dei viali parafuoco, la corretta manutenzione della rete viaria di servizio, la rimozione di sterpaglie e masse vegetali secche nel periodo pre-estivo, sono tutte attività fondamentali per rendere la natura meno vulnerabile all’attacco del fuoco. Infine, come in una guerra, occorre coinvolgere la popolazione e il territorio, definire il fronte delle alleanze, valorizzare il protagonismo di chi vive quotidianamente la natura. La coalizione dovrà essere la più ampia possibile. Non solo i forestali, la protezione civile e i Vigili del fuoco, ma anche l’Associazione Vigili del Fuoco volontari o in Congedo, gli scout dell’Agesci, la Coldiretti, l’Arcicaccia. Senza trascurare le associazioni escursionistiche che percorrono quotidianamente i luoghi della natura, amano il paesaggio, ne riconoscono i valori non solo sentimentali ma anche economici, e che, se coinvolti e dotati di mezzi, possono trasformarsi in sentinelle attive del territorio.

*Segretario regionale Legambiente
2/8/2025
Circa otto anni per vedere realizzato e completato il parco cittadino alle porte di Alghero. Oggi l´inaugurazione alla presenza delle autorità politiche locali



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