Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziealgheroOpinioniAmbientePermane un vero equivoco ambientale
Enrico Muttoni 22 ottobre 2015
L'opinione di Enrico Muttoni
Permane un vero equivoco ambientale
<i>Permane un vero equivoco ambientale</i>

L'assoluzione di Erri de Luca dalla "istigazione al sabotaggio" della linea TAV ha riportato in primo piano, come periodicamente accade, la questione ambientale. In quanto arma di convincimento di massa 
riguardo la validitá, o meno, di un'opera pubblica. Per stimare, in prima approssimazione, l'impatto ambientale di una qualsiasi realizzazione umana, basta calcolarne il consumo energetico necessario alla realizzazione prima, ed all'esercizio poi. Questo calcolo puó portare a verifiche in qualche modo sorprendenti: per esempio quella che il motore di una grossa berlina inquina quanto la fornitura di energia elettrica ad una trentina di appartamenti; o che il kerosene bruciato da un jet, in decollo, per arrivare in fondo alla pista, puó riscaldare un appartamento per un anno. Ma anche intuitivamente si capisce che le dimensioni dell'impatto sull'ambiente di una grossa industria 
metallurgica, o petrolchimica, ma pure da uno zuccherificio o una porcilaia, é direttamente proporzionale all'energia consumata da queste. L'impatto perdurerá per tutta la vita produttiva dell'impianto, e oltre, se si prevede una bonifica. 

Nel caso della TAV, L'impatto ambientale di quest'opera si limita al periodo della sua costruzione, in quanto l'esercizio porterebbe ad un notevole miglioramento dell'ambiente, dovuto alla cancellazione del traffico stradale pesante su costose e faticose strade di montagna. Gli svizzeri, che sanno fare i conti, hanno superato i dubbi, e stanno per aprire i 57 chilometri del traforo del San Gottardo. Cosa che rispamierá alle vallate alpine il versamento di milioni di tonnellate di gas di scarico. A queste considerazioni ambientali, facilmente quantificabili, i no-TAV ne aggiungono altre di carattere piú soggettivo, quali l'impatto visivo, ed il rumore: quest'ultimo ormai in riduzione drastica dovuta alla tecnologia. Infine, c'é la questione della convenienza economica, per la quale basta la considerazione secondo cui i costi delle grandi opere vanno valutati in prospettiva storica, nell'arco di molte generazioni. Questo lungo preambolo vuol introdurre un argomento di carattere politico. Ovvero la manipolazione dell'opinione pubblica, ai fini elettorali, usando considerazioni di carattere ambientale.

La Volkswagen ha dimostrato come e quanto il mercato ( di auto o di voti, é lo stesso) possa essere influenzato dal semplice messaggio pubblicitario: quello che facciamo, lo facciamo per il vostro bene. E il pubblico abbocca all'amo, perché in quest'epoca ansiogena quello che chiediamo é un'iniezione di fiducia per un pochino in piú di serenitá: c'é un cielo azzurro sotto di noi. E quest'ansia di buonismo ecologico porta all'asserzione di concetti contrari alla fisica (rifiuti zero, riciclo totale) e anche proposte avventurose e strampalate, come l'auto ad idrogeno o ad aria compressa, e le marmitte EURO 6. Chi dovrebbe garantire tutti, lo Stato, é impedito nelle sue decisioni da una mentalitá tipica italiana, secondo la quale qualunque cosa faccia un qualunque governo é, per l'opposizione, da impedire. Poiché il tempo di costruzione di una grande opera supera di gran lunga la durata di un governo, i cantieri sono ormai ostaggio di questa situazione: col risultato di frenare quel poco di sviluppo economico possibile. In compenso, ci si dedica al finanziamento di opere ambientali meno importanti, meno visibili, ma poderosamente inutili: basta che siano costose.

Un'altra gigantesca avventura, supportata da una attenta propaganda ambientale, é la metanizzazione della Sardegna. Dove non si riesce a capire chi sia avvantaggiato da questa infrastruttura, se non le ditte appaltatrici. I Sardi, in piena contrazione demografica, con potenze energetiche installate sovrabbondanti, data la crisi industriale, non ne hanno certo bisogno. Mentre ne hanno uno estremo di essere rappresentati da una classe politica compatta e competente, che li difenda dall'applicazione di regolamenti europei e nazionali che, applicati in Sardegna, diventano autentici disastri. E che gestisca con onestá intellettuale i finanziamenti. Ci si dovrebbe rendere conto che l'ambiente é di tutti, anche di chi ne fa occasione di guadagno, e che la sua gestione dev'essere fatta in modo concorde: se si vuole il lavoro, bisogna sporcare. Quando si sporca, si deve sporcare il meno possibile. Lo sporco che resta, va trattato per salvaguardare il territorio: e questo trattamento va fatto secondo tecnologie condivise, con una collocazione dei residui lá dove causeranno il minor danno possibile. Coloro che, al contrario, apprezzano la vista dei carichi di spazzatura girare per il territorio, sappiano che pagano, e fanno pagare tutti, profumatamente, per lo spettacolo.
2/8/2025
Circa otto anni per vedere realizzato e completato il parco cittadino alle porte di Alghero. Oggi l´inaugurazione alla presenza delle autorità politiche locali



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2025 Mediatica SRL - Alghero (SS)