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M. P. 13 gennaio 2016
Vendita Versalis: preoccupante fuga dalla chimica
«La cessione di una parte consistente di Versalis ad un fondo privato ci sembra una vera e propria ‘fuga’ dalla chimica, un ridimensionamento drastico della presenza italiana in un comparto basilare per l’intero tessuto produttivo nazionale». Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, confermando la mobilitazione dei lavoratori il 20 gennaio
Vendita Versalis: preoccupante fuga dalla chimica

PORTO TORRES - All’indomani dell’incontro al Mise di Eni e i sindacati con il ministro Guidi sulle prospettive della petrolchimica, cresce la preoccupazione sulla possibile dismissione della chimica e della chimica verde in Italia. «La cessione di una parte consistente di Versalis ad un fondo privato ci sembra una vera e propria ‘fuga’ dalla chimica, un ridimensionamento drastico della presenza italiana in un comparto basilare per l’intero tessuto produttivo nazionale, foriero di conseguenze negative per lo sviluppo di una seria politica industriale. Chiediamo ad Eni e al Governo, in qualità di azionista di controllo, di fare un passo indietro».

Lo dichiara il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, confermando l’impegno della Confederazione per la mobilitazione dei lavoratori. «Non sono emerse solide garanzie sull’operazione di vendita della prima società chimica italiana – aggiunge - né tantomeno sulla volontà di portarne avanti i progetti industriali, a partire dalla chimica verde». Per il segretario nazionale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, «in mancanza di delucidazioni sulle strategie presenti e future, confermiamo dunque lo sciopero nazionale indetto per il prossimo 20 gennaio, con il quale chiediamo che la filiera della chimica italiana sia preservata e rafforzata, e che Versalis non perda la sua vocazione industriale, evitando così di rigettare nell’incertezza intere economie territoriali, come quella sarda dove la joint venture ‘Matrìca’ fra Novamont e Versalis per la chimica verde ha aperto una speranza di ripresa all’insegna dell’innovazione e della competitività».

Il mantenimento del progetto della chimica verde deve essere assicurato dall'Eni, l'unico soggetto in grado di valutare il partner più pertinente per evitare la fine della chimica italiana. L’unica nota positiva per i lavoratori del comparto chimico è che il tavolo al Ministero dello Sviluppo economico rimane comunque aperto.



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