Arnaldo Cecchini
2 giugno 2016
L'opinione di Arnaldo Cecchini
Architettura si conferma, miracolo ad Alghero?
In questo intervento vorrei soprattutto cercare di spiegare perché il risultato ottenuto dai Corsi di laurea in Architettura e Urbanistica dell’Università di Sassari, basati ad Alghero, è molto importante.
E potrebbe dare una straordinaria opportunità alla rete metropolitana del Nord Sardegna. Eviterò quindi di fare polemiche, che pure ci starebbero, sulla scarsa attenzione di molti degli attori, istituzionali e no, che avrebbero potuto sostenere questa esperienza (non dirò neppure che a tutt’oggi nessuna decisione operativa è stata presa sul come e quanto del finanziamento come sede decentrata per l’anno 2016). Eviterò anche di elogiare quanti hanno reso possibile questo risultato, salvo per quanto riguarda i Padri fondatori che hanno pensato, voluto e dato vita a questa impresa e cioè i professori emeriti Maciocco e Tagliagambe, la cui intuizione sull’importanza dell’interdisciplinarietà nel progetto dello spazio si è rivelata feconda e capace di anticipare i tempi, e salvo per quanto riguarda le donne e gli uomini (più numerose le prime) che nel backstage hanno lavorato per anni, quasi tutti precari e ancora precari, all’efficacissima macchina che ha reso possibile rendere concrete le idee e le intuizioni.
Un po’ di dati: questo è il quarto anno in cui nella classifica CENSIS- Repubblica delle didattica, i corsi di laurea triennali in Architettura e Urbanistica dell’Università di Sassari, basati ad Alghero sono al primo posto. Prima vi era una sola classifica per corsi triennali e a ciclo unico e la competizione era tra noi e Ferrara (che è prima nella classifica a ciclo unico). Dunque la classifica cui facciamo riferimento è quella delle lauree triennali: non c’è una classifica delle magistrali, se ci fosse e fosse basata sugli stessi criteri, c’è da ritenere che le nostre lauree magistrali sarebbero al primo posto.
Due corsi di laurea dunque, quello più ambito, il corso ammiraglia, di Architettura, e quello di Urbanistica, uno dei pochi rimasti in Italia (solo 7 Atenei hanno l’intero ciclo di Urbanistica), entrambi con risultati straordinari, non solo quantitativi. La classifica è basata su due indicatori uno sulla “carriera” degli studenti, uno sui rapporti internazionali (non sto a dare i dettagli che potete trovare, insieme con le classifiche qui), basti dire che il punteggio aggregato è di 108/110 il più altro tra tutti i corsi di laurea triennali di tutte le discipline (al pari con Trieste che ottiene 108 nelle discipline scientifiche).
Aggiungo che (nella classifica delle lauree triennali) nessun’altra università del Sud è al primo posto o nei primi tre posti; ma è utile segnalare che Basilicata è al secondo posto nella laura a ciclo unico di Architettura e Sassari al secondo in Odontoiatria e al terzo in Veterinaria). Segnalo anche che il risultato complessivo del nostro Ateneo è più che lusinghiero sia nella classifica degli Atenei medi (terzo posto) che come media delle classifiche dei singoli corsi.
Il fatto che Sassari faccia meglio di Cagliari quasi sempre ci dice che in un’eventuale, inevitabile e – tutto sommato - auspicabile processo di federazione potrebbe non essere il criterio numerico a prevalere (ma questo è un altro discorso). Questa classifica, come tutte le misurazioni quantitative di sistemi complessi e articolati, è solo indicativa, non considera molte variabili importanti: perciò è molto discutibile ed è solo un’approssimazione della qualità di un corso di laurea. Ma – con tutti questi limiti – segnala un fatto straordinario: che in un piccolo Ateneo di una regione in gravi difficoltà economiche è possibile avere una Scuola che è attenta alle esigenze degli studenti (primo indicatore) ed è aperta al mondo come nessuna (secondo indicatore). E questo risultato non è occasionale, ma è stabile e resiliente. Io mi immaginerei che la massime cariche istituzionali accademiche e amministrative, a livello regionale e territoriale, facessero di questo risultato occasione di vanto e di riflessione, in un convegno dal titolo “imparare da Alghero”; non succederà, ma sarebbe ragionevole che accadesse.
E tuttavia, pur pessimista, manifesto una speranza. Non per nostro merito, il nostro territorio, la Sardegna del Nord Ovest, ha una grande occasione; ritengo la riforma degli Enti locali molto acrobatica e un po’ pasticciata, ma la scelta di far nascere una rete metropolitana ha delle potenzialità; certo sarebbe servito (e servirebbe) che questa nuova istituzione avesse uno slancio e un’organizzazione adeguata, che fosse l’occasione per ripensare alle forme di governo e al ruolo della partecipazione, che fosse accompagnata dalla definizione di un piano strategico dell’area, ma ciascuna di queste cose può, forse, essere ancora fatta. All’interno del processo di costruzione della rete metropolitana (se ci fosse la volontà politica di realizzarla davvero) un elemento-chiave sarebbe quello di un sistema integrato dell’alta formazione distribuito nella rete metropolitana con i poli principali di Sassari, Alghero (sull’ambiente costruito) e Porto Torres (sulle bonifiche e economia verde) e un insieme di attività distribuite (gruppi di ricerca per progetti, scuole stive, corsi di specializzazione, lauree professionalizzanti): potrebbe essere un progetto da “molti soldi”, con grandi ricadute occupazionali, con il rafforzamento dell’intero sistema dell’educazione e della formazione, con evidenti intrecci con altre attività economiche e produttive “adatte”.
A scanso di equivoci: da più di un anno non ho nessun ruolo istituzionale, quindi non ho meriti da rivendicare, parlo a titolo del tutto personale a conclusione della mia esperienza algherese (che è stata nel complesso molto positiva e bella), avrei molte persone con cui polemizzare su molte cose, rimango pessimista, ma …
*Docente di Tecnica e Pianificazione Urbanistica
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