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Red 20 giugno 2016
Sardexit, i numeri del tracollo
Le proposte dei Riformatori sardi in occasione delle manifestazioni di Alghero, Cagliari e Olbia: premialità su Roma e Milano, continuità anche sulle rotte minori, un meccanismo più semplice per avere più concorrenza
<i>Sardexit</i>, i numeri del tracollo

ALGHERO - Rivedere il sistema di continuità territoriale (CT1) eliminando i monopoli sulle rotte e introducendo meccanismi premiali che spingano le compagnie ad essere esse stesse promotrici della Sardegna in Italia e nel mondo; Ripristinare almeno su tre o quattro rotte la CT2; Giungere rapidamente alla privatizzazione dell’aeroporto di Alghero; Spingere i tre maggiori aeroporti isolani a coordinarsi fra di loro per ampliare l’offerta di destinazioni; creare un’unica società di gestione, come sperimentato con successo in altre regioni; Porre limiti alla quota di mercato occupabili delle singole compagnie, per evitare che la Sardegna possa essere succube dei capricci o delle rappresaglie di un singolo operatore; Porre sul tavolo del governo e della Commissione europea il tema del prezzo dei biglietti delle navi e della sostanziale mancanza di concorrenza sulle rotte sarde.

Sono le proposte rilanciate questa mattina dai Riformatori sardi nel corso della protesta Sardexit, organizzata negli aeroporti e porti dell'isola per comunicare i dati del tracollo del traffico aereo sui primi sei mesi del 2016. Ad Alghero si registra un calo totale dei passeggeri del 20% (-32% sul traffico internazionale), con 14 rotte soppresse e -50 frequenze/settimanali. Cagliari -11% passeggeri totali, -19% internazionali, 7 rotte soppresse, -32 freq./settimanali. In controtendenza Olbia: passeggeri totali +17% pax intern. +27%, con un aumento generalizzato rotte e diversificazione vettori (circa 40 e tra di esse non figura Ryanair). A riprova che una strategia intelligente e di ampio respiro produce i suoi frutti.

«La Sardegna è al collasso, isolata dal mondo. I collegamenti aerei e navali sono sempre più difficoltosi, ma Giunta e maggioranza hanno dimostrato di non avere la minima percezione delle disastrose conseguenze della drastica riduzione dell’accessibilità della Sardegna a causa dell’abbandono di Ryanair, della generale diminuzione delle rotte e dell’alto costo dei trasporti marittimi.
La Regione ha dimostrato una imbarazzante carenza di autorevolezza nei confronti dei vettori aerei e marittimi. Si trincera dietro presunti divieti europei, ma in realtà nel resto dell’Europa chi affronta con intelligenza i problemi riesce a risolverli dentro e non contro le regole europee» attaccano i Riformatori Sardi. «Ad essere gravemente compromessa è l’accessibilità complessiva della Sardegna. Al drastico taglio delle rotte aeree corrisponde un elevato costo dei biglietti delle navi, tale da rendere la possibilità di una vacanza in Sardegna un miraggio irraggiungibile per moltissime famiglie» concludono.

Nella foto: un momento della protesta all'aeroporto di Alghero



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