Red
3 luglio 2016
«Continuità, imbarazzante passo indietro»
Lo dichiara l’eurodeputato del PPE, Salvatore Cicu, a commento della nuova continuità aerea presentata dall´esecutivo regionale: Manca tutto. non c´è una decisione chiara sulle low cost, non c´è una lettura attenta sulla crisi che investe gli scali di Cagliari ed Alghero

CAGLIARI - «La verità è che la logica che continua a prevalere nella Giunta Pigliaru è l’assenza di una politica chiara sui trasporti. Difronte alla mia risoluzione sul riconoscimento della condizione di insularità, votata a favore dal Parlamento Europeo lo scorso febbraio, né la Regione né il Governo hanno dato seguito ad un'azione concreta di sostegno. Oggi dunque assistiamo alla catastrofe in atto». Lo dichiara l’eurodeputato del PPE, Salvatore Cicu, a commento della nuova continuità aerea presentata dall'esecutivo regionale.
«È imbarazzante il passo indietro sulla continuità 2 – ha osservato l’esponente europeo – nel 2014 ci fu la cancellazione delle rotte sugli scali minori, oggi invece il ripristino, ma in forma ridotta, ledendo ancora una volta il diritto alla mobilità dei sardi. Manca tutto: non c'è una decisione chiara sulle low cost, non c'è una lettura attenta sulla crisi che investe gli scali di Cagliari ed Alghero. Manca una rottura rispetto alla subordinazione nei confronti di Alitalia, dove - nell'ambito della Continuità 1 - la trovata di variare le tariffe a seconda degli orari non certo va a vantaggio dei passeggeri».
«C'è dunque un immobilismo preoccupante – ha specificato l’europarlamentare – il tema centrale resta ancora una volta la rinuncia da parte della Giunta Pigliaru a combattere per il riconoscimento della condizione di insularità e per gli aiuti di stato. C’è una mancanza di politiche regionali destinate a destagionalizzare, e questo indebolisce la Sardegna sul piano della competitività turistica. Serve allora una reale pianificazione regionale sul fronte dei trasporti, una pianificazione che ad oggi non esiste. In questo quadro – ha concluso Cicu – chi ne fa le spese sono i sardi, le loro tasche, i loro diritti e, ancor più, l'economia del turismo, vittima per eccellenza di questo disastro».
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