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S.A. 8 luglio 2016
Reflui, Pirisi (Pd) contro Regione e Consorzio
L'intervento del capogruppo del Pd di Alghero e dipendente del Consorzio di Bonifica della Nurra è emerso durante la tavola rotonda organizzata dai Comitati di Borgata di Maristella, Sa Segada – Tanca Farrà e Guardia Grande – Corea, sul tema dei reflui dopo l'annuncio della sperimentazione da parte della Regione. Gli interventi di Cadinu, Muttoni e Cacciotto
Reflui, Pirisi (Pd) contro Regione e Consorzio

ALGHERO - Si è svolta ieri sera a Maristella la tavola rotonda organizzata dai Comitati di Borgata di Maristella, Sa Segada – Tanca Farrà e Guardia Grande – Corea. Il punto all'ordine del giorno: l'utilizzo dei reflui in agricoltura, dopo l'annuncio della sperimentazione da parte della Regione [LEGGI] sul comprensorio gestito dal Consorzio di Bonifica della Nurra: «tema sentito in agro, dopo la fallimentare esperienza dell'utilizzo dei reflui nel 2011 che venne subito sospesa per evidenti problemi acclarati dalla Provincia» si legge nella nota. Diversi gli interventi che si sono succeduti durante l'incontro, «allo scopo di capire meglio quale fosse la situazione e se i rischi legati alla depurazione dei reflui fossero fondati».

Per l'Amministrazione comunale è intervenuto Raimondo Cacciotto che ha ribadito la posizione di Sant'Anna: «Abbiamo messo la firma, insieme a decine di enti, sul protocollo d'intesa proposto dall’Autorità di Bacino della Sardegna e propedeutico all'aggiornamento del Piano di Gestione organico che dovrà garantire l'ottimale utilizzo di tali risorse con continuità nel tempo. Naturalmente questo non impone nessun obbligo e alcun vincolo qualora non ci fossero tutte le garanzie necessarie al rigoroso rispetto delle prescrizioni imposte dalle vigenti normative è altrettanto chiaro che partirà dallo stesso Comune di Alghero il formale dissenso alla cosiddetta sperimentazione» [LEGGI].

A seguire i contributi anche di tre tecnici: il geometra Raffaele Cadinu che ha evidenziato di come «il depuratore necessiterebbe di ulteriori investimenti per renderlo idoneo all'utilizzo dei reflui in agricoltura: allo stato attuale, l'assenza di bacini di miscelazione non ne consente l'utilizzo allo scopo»; il chimico Enrico Muttoni, che ha boccato senza appello il progetto: «la Sardegna ha oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua disponibile e l'utilizzo dei reflui non è una necessità: il problema principale è gestire una risorsa strategica come l'acqua con un minimo di onestà»; e l'ex assessore all'Ambiente Chiara Rosnati che ha ricordato «la fallimentare sperimentazione sull'utilizzo dei reflui in agricoltura fatta a Cagliari 5 anni fa».

Infine l'ultimo intervento da parte di Mimmo Pirisi, capogruppo Pd e dipendente del Consorzio di Bonifica della Nurra che ha sottolineato «le scelte non opportune dell'amministrazione Tedde, la quale aveva previsto un depuratore in un sito delicato sapendo bene che, i reflui, non potevano comunque essere utilizzati tutti, salvo nei tre – quattro mesi estivi». Secondo Pirisi «lo scarico sul Filibertu e quindi sul Calik, continuerà ugualmente e quindi, i problemi di marea gialla, rimarranno pressoché gli stessi, danneggiando ancora di più lo stagno che in questi ultimi 4 anni ha visto compromesso l'intero ecosistema interno». Per il consigliere comunale, il tema reflui di Alghero va affrontato «tenendo conto di tutti gli aspetti, comprese le esigenze dei diretti interessati, cioè gli agricoltori della Nurra che, vista l'esperienza negativa del 2011, guardano con sospetto e prudenza l'utilizzo dei reflui, salvo in casi eccezionali».

Già qualche giorno fa il consigliere Dem aveva rilasciato sui social alcune considerazioni sottolineado come non si fosse «fatto nulla per recuperare quello scempio da bomba ecologica che è stato ed è tuttora l'utilizzo dei reflui in agricoltura cosi come predisposto dal depuratore di Alghero». «Sversamento che e giusto ricordate da settembre a maggio sarebbe stato comunque immesso nella laguna in quanto in quei mesi l'irrigazione e pressoché assente - conclude - senza contare che anche nei mesi estivi la possibile quota utilizzabile non avrebbe potuto superare il 50% complessivo del consumo».



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