Carlo Mannoni
17 aprile 2025
L'opinione di Carlo Mannoni
L´attesa pioggia
Ieri, 16 aprile 2025, Alghero e le sue campagne sono state beneficiate dell’attesa pioggia che, spero, dia ai bacini del Cuga e di Monteleone Rocca Doria almeno una parte dell’aiuto sperato. I pluviometri
dell’area vasta hanno segnato in 32 ore i seguenti dati di pioggia: Alghero (Campo sportivo di Maria Pia) 30,60 mm; Cuga 42,80 mm; Villanova Monteleone 56,80 mm; Diga Alto Temo 29,60 mm. Sono valori importanti in assoluto, soprattutto rispetto alla stagione attuale. Vediamo, in base ai coefficienti di deflusso, quant’acqua sarà entrata nei bacini. Riporto, in occasione di questo evento tanto desiderato, un breve stralcio del mio racconto “L’impermeabile”, ambientato nei primissimi anni ’60 ad Alghero (Arquer) e pubblicato nel 2020 nel mio libro “Come le foglie d’autunno. Dieci racconti + 1”, Sensoinverso Edizioni. “Aspettava la pioggia, Michele. Non pioveva da mesi, ma sapeva che la
pioggia sarebbe prima o poi arrivata e si era preparato. L’attendevano anche gli agricoltori che, ad Arquer e nei dieci comuni vicini, si aggiravano sconsolati tra i campi arsi, ormai convinti di trovarsi al
cospetto di una vera e propria maledizione di Dio… Nelle case e nelle vie della cittadina non si parlava che del clima avverso, anche se i più anziani ricordavano che nella loro vita c'erano già stati almeno tre casi di siccità simile a quella… Lui attendeva ansioso la pioggia per un motivo tutto suo e si domandava se le nuvole scure, che vedeva correre nel suo scampolo di cielo, si sarebbero questa volta arrestate su Arquer, scaricando il loro prezioso e benefico contenuto sulle case e sulle campagne arse dalla siccità… Ci si avviava all'imbrunire e vide, con gioia, che finalmente aveva cominciato a gocciolare. Prima solo un accenno, con un benaugurante ticchettio della pioggia, ancora leggera, sulle finestre e sui balconi delle case e, successivamente, con il rumore tipico del piovere costante e intenso seguito da ripetuti e violenti scrosci. La pioggia era accompagnata dal discreto e incostante vociare del vento che sembrava ora ritornato, liberando una nuova e più benefica energia, a dare il saluto dell’accoglienza agli abbondanti rovesci che venivano giù dal cielo. Pioveva copiosamente, non c'erano dubbi. Al calar del sole e con i suoi raggi che riuscivano a filtrare a tratti insinuandosi tra gli interstizi delle nuvole, i tetti delle case di Arquer avevano riacquistato una
certa lucentezza, come se l’intensa pioggia li avesse mondati delle loro impurità trasformandoli in tanti specchi. Forse il cielo, nella sua infinita benevolenza, aveva deciso con la sua pioggia purificante di concedere il perdono alla città per chissà quali innominate colpe
che lei teneva ben celate nell’anima collettiva dei suoi abitanti. Nelle strade aveva fatto ritorno un suono che non si udiva da tempo, quello delle auto in transito sui percorsi inzuppati dalla pioggia…”
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